Ecco a voi la persona più infelice nel Paese più felice del mondo: Sanna Marin. La premier finlandese domenica ha perso le elezioni parlamentari con il suo Partito socialdemocratico e il testimone è passato a Petteri Orpo, leader dei conservatori di Kokoomus che con i suoi 48 seggi su 200 totali dovrà ora rappattumare una Grosse Koalition alla finnica per arrivare alla maggioranza dell'Eduskunta, il parlamento monocamerale di Helsinki, e quindi al governo. Forse guarderà all'estrema destra dei Veri Finlandesi di Riikka Purra (46 seggi). Forse, ma forse, guarderà a centro e a sinistra, coinvolgendo il partito della Marin. Ma di certo non sarà lei a trattare con Orpo. Ieri nel corso di una conferenza stampa Sanna ha annunciato che per lei, a soli 37 anni, è già il momento dell'addio. Lascerà la guida del partito e non si ricandiderà per succedere a se stessa nel congresso di settembre né alle presidenziali che nel 2024 daranno un nome al successore del capo di Stato Sauli Niinistö. Dopo aver disbrigato le mansioni di ordinaria amministrazione fino all'insediamento del futuro nuovo governo, resterà una «semplice» deputata. «Gli ultimi anni sono stati eccezionalmente difficili. Devo ammettere francamente che la mia resistenza è stata messa a dura prova in questi anni», ha confessato.
La storia è strana. La Marin lascia il proscenio politico finlandese proprio nelle ora in cui si materializza il suo più grande successo politico, l'ingresso ufficiale di Helsinki come trentunesimo alleato della Nato per completare l'accerchiamento della Russia di Vladimir Putin, che comprensibilmente non l'ha presa bene, perché i due Paesi, Filnandia e Russia, condividono 1.340 chilometri di confine. Eppure sulla campagna elettorale che ha visto la Sanna in perenne difficoltà, più che gli scenari internazionali hanno pesato le scelte economiche. L'elettorato finlandese ha preferito la ricetta della destra sovranista, meno tasse e meno welfare, a quella lacrime-e-sangue della Marin. E poco importa che la giovane premier è ancora molto popolare in un Paese che lei anche grazie alla sua avvenenza ha portato alla ribalta internazionale come mai accaduto a un popolo di cinque milioni e mezzo di abitanti, poco più di mezza Lombardia.
Quando Sanna parla di «anni difficili» fa certamente riferimento al gossip che ha accompagnato in particolare gli ultimi mesi del suo premierato. Troppo avvenente la donna e troppo insolita la sua storia di bambina cresciuta da due madri perché la stampa scandalistica potesse resistere alla tentazione di tirarla in ballo in scandaletti hot malgrado lei sia a sua volta mamma e moglie. Quando in una foto posata si fece riprendere con una generosa ma elegante scollatura, molti la attaccarono e le donne finlandesi si fecero ritrarre con la stessa mise facendo diventare virale l'hashtag #imwithsanna. I finlandesi maschi etero gradirono. Quando in un vertice a Versailles un fotografo la sorprese a sorridere con ammirazione il padrone di casa Emmanuel Macron, uno spiritoso mise in giro un meme con l'avviso, «Trova una donna che ti guarda come Sanna Marin guarda Macron». Stupidera di successo. E poi la scorsa estate il party alcolico con amici di cui girarono improvvidi scatti.
Nulla di male né di eccessivo, ma Sanna fu costretta a suggerire di sottoporsi a un test antidoping per zittire quanti la accusarono di essersi drogata. Anni difficili ma formidabili. Da Sanna a Orpo, povera felicissima Finlandia.
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