Santificano il sindaco ma gli abusi di Bibbiano restano sotto inchiesta

Carletti scarcerato, non assolto. Celebrato come eroe, nessuno però spiega il caos affidi

Santificano il sindaco ma gli abusi di Bibbiano restano sotto inchiesta

Prima di scaldarsi tanto i dem dovrebbero riflettere su un fatto: il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, al quale la Cassazione ha revocato l'obbligo di dimora nell'ambito dello scandalo «Angeli e Demoni» sul presunto sistema di affidi illeciti di minori scoppiato in Val d'Enza (Reggio Emilia), nel giugno scorso, è, e resta, indagato per abuso d'ufficio e falso per l'affidamento di locali per la cura di minori. Nulla è cambiato da questo punto di vista e, infatti, lo attende il processo (per la metà di dicembre è prevista la chiusura delle indagini preliminari) assieme agli altri 28 indagati nell'inchiesta condotta dalla Procura di Reggio Emilia tra cui anche una funzionaria del Comune di Reggio Emilia. Che sia innocente o meno lo stabiliranno i giudici. Non quelli del Pd o Matteo Renzi. Eppure a sentire i dem sembra che Carletti sia il nuovo martire.

Minacce e insulti sessisti sono piovuti sulla pagina Facebook, e nei messaggi privati, della candidata del centrodestra alla presidenza dell'Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni, per la t-shirt che indossò in Senato con su scritto «Parlateci di Bibbiano», con le lettere P e D scritte in rosso in riferimento polemico al partito del sindaco Carletti. Lei replica dando del tu all'interlocutore: «Non mi faccio intimidire, ma vado avanti. Ecco l'effetto del clima d'odio seminato da qualche democratico che forse si è dimenticato che il sindaco Carletti, resta indagato. Se ne parlerà a processo, ti sei accorto vero che ci sarà un processo? Io non cambio idea. Chi ha sbagliato deve pagare. Tra un festeggiamento e l'altro il Pd si ricordi dell'orrore dei bambini sottratti alle loro famiglie senza una ragione».

I dem si affrettano, invece, a pretendere le scuse per il sindaco ma non c'è nulla da scusare in verità perché l'indagine è ancora in corso. Pure il deputato dem Matteo Orfini si rifà vivo su Twitter: «Molti si dovrebbero vergognare per aver speculato su Bibbiano. Tanti dovrebbero chiedere scusa. Ma ce ne è uno che più di chiunque altro avrebbe il dovere di farlo: l'attuale ministro degli Esteri», prendendosela con Luigi Di Maio per i duri attacchi mossi al Pd. E per tutta risposta il M5s sarebbe pronto a sgambettare gli alleati di governo con la possibile candidatura alle regionali di Natascia Cersosimo, la consigliera di Cavriago (Re) che per prima scoprì il caso dei bimbi di Bibbiano.

La leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ribadisce la propria posizione: «Credo che nessuno debba chiedere scusa, intanto perché la revoca dell'obbligo di dimora a Carletti non vuol dire che non ci sia un procedimento nei confronti del sindaco. In secondo luogo, se queste persone sono colpevoli o innocenti questo lo stabilirà la magistratura. La cosa che a me sfugge è questo accanimento del Pd sulla vicenda di Bibbiano. È stato il Pd che ha acceso i riflettori su un suo interesse facendo una difesa senza precedenti dei suoi rappresentanti coinvolti nella vicenda, io nel dubbio questa difesa ad un mio sindaco non l'avrei fatta».

Ma Carletti fa comunque l'offeso: «È stata una sofferenza incredibile.

Sono stato trattato cinque mesi da orco, linciato dai barbari del web e da autorevoli figure istituzionali a livello nazionale. Un incubo per me e la mia famiglia insultati e minacciati di morte. Odio, ignoranza, ipocrisia: nessuno voleva vedere la verità, se poi il sindaco è del Pd ancora meglio».

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