"Le Sardine a Roma? Legale..." Santori non accetta le critiche

La sardina rivendica l'iniziativa: "Avevamo fatto i tamponi, ci si può spostare per manifestazioni nazionali". E sulla foto in tenda: "L'abbiamo fatta a casa di un'amica"

"Le Sardine a Roma? Legale..." Santori non accetta le critiche

Il Partito democratico può aggiungere nel proprio curriculum l'impresa di essere riuscito a farsi criticare anche dalle sardine. Il movimento dei pesciolini nei giorni scorsi ha deciso di ritrovarsi al Nazareno per sollecitare i dem a una svolta. Un'iniziativa promossa in seguito alle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd, ma aspramente criticata perché resa possibile nonostante le rigide norme del Dpcm vietino gli spostamenti tra Regioni se non per motivi di lavoro, di salute e di necessità. Il fatto ha innescato la dura presa di posizione di Massimo Andreoni, primario di Malattie Infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma, che ha usato parole di condanna verso il sit-in: "Siamo nella fase più delicata dell'epidemia. Consentire manifestazioni in questi giorni è profondamente sbagliato".

Eppure Mattia Santori rivendica la manifestazione, sottolineando che "ci si può spostare per manifestazioni nazionali". Il leader delle sardine giudica pertanto il loro intervento "tempestivo ma non irresponsabile", visto che è stato organizzato in 24 ore in via "del tutto legale". "Avevamo fatto i tamponi. Questo ha dato fastidio a una parte della casta politica che ha cavalcato una incomprensione anche legittima delle persone facendo loro credere cose non vere. Ad esempio che abbiamo dormito al Nazareno...", ha riferito uno dei fondatori del movimento. Che infatti ha precisato di non essere restati al Nazareno per non creare problemi ai dipendenti: "Abbiamo fatto quella foto da un'amica, che ha una casa piena di cimeli comunisti".

"Il Pd ha un marchio tossico"

Il leader dei pesciolini ha smentito l'ipotesi di iscriversi al Partito democratico, che a suo giudizio allo stato attuale "ha un marchio tossico". Sostiene dunque che in questo momento nessuno avrebbe il fegato di fare la tessera: "Si vede dal fatto che gli iscritti sono in calo. Inoltre le sardine hanno il vantaggio di restituirmi la fotografia di quei cittadini che seguono la politica ma non sono iscritti a un partito". Ieri hanno fatto un'assemblea con 170 persone e quel che è emerso è chiarissimo: "Lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti".

Quanto all'ipotesi di dialogare con Matteo Renzi, Santori ha dichiarato che bisognerebbe applicare il principio della recidività: "La recidività di chi ha prima fatto grossi errori e poi ha infierito su un corpo già martoriato". Il che dovrebbe causare l'esclusione di diritto. Stessa cosa Carlo Calenda: "C'è un principio di lealtà da salvaguardare. Come quando i militanti Pd criticano le sardine perché intervengono da non iscritte: li capisco, perché la militanza impone il rispetto della maglia". Infine, nell'intervista rilasciata a La Repubblica, non ha fatto mancare una critica a Stefano Bonaccini per non aver avuto un approccio d'ascolto all'idea di Piazza Grande.

"Non dare continuità a un movimento civico come quello delle sardine che è nato nella sua Regione per la sua elezione, per me è stata una occasione persa", è l'accusa che viene fatta al governatore dell'Emilia-Romagna.

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