"Saremo leali al Cavaliere. Giochi se pensa di vincere"

Il delegato capo: "Se no, soluzione di centrodestra"

"Saremo leali al Cavaliere. Giochi se pensa di vincere"

«Noi di Coraggio Italia siamo con Berlusconi, anzi ho l'impressione che saremo più leali di altri. Immagino che i suoi consiglieri in queste ore siano al lavoro sui numeri. È importante che Berlusconi giochi questa partita soltanto se capisce che può vincerla, non può chiudere la propria carriera politica con un fallimento. Se dovesse verificare che il consenso non c'è deve trasformarsi nel king maker di una soluzione condivisa e di centrodestra». Paolo Romani, capo delegazione di Coraggio Italia al Senato, ex ministro e capogruppo di Fi, per molti anni è stato uno degli uomini più vicini al Cavaliere.

Senatore Romani, per la prima volta il centrodestra è in vantaggio nel numero dei grandi elettori.

«È vero ma purtroppo ne mancano sempre 50 ai fatidici 505. Come Coraggio Italia siamo stati protagonisti della nascita del governo Draghi e abbiamo resistito ai corteggiamenti di Pd e 5S che volevano farci appoggiare un Conte Ter. Abbiamo vinto la scommessa, ma oggi è più che mai necessario un governo di unità nazionale con un presidente del Consiglio forte. E poi ci sono diversi cigni neri come l'inflazione, la crisi energetica, il nuovo patto di stabilità da concordare in Europa, la stretta dei crediti bancari al sistema produttivo a causa di Basilea 3, fattori che potrebbero rallentare lo sviluppo dell'economia. Serve un patto di legislatura che consenta di continuare per almeno un anno».

Cosa pensa della candidatura Berlusconi?

«Se il centrodestra propone Berlusconi, noi siamo con Berlusconi, siamo pronti a votarlo e forse saremo più leali di altri. Ma per la sua storia, per l'affetto che ci lega, ci dispiacerebbe che la sua parabola politica si concludesse male e si dovesse trovare a fare i conti con promesse non mantenute. Parliamo di un uomo che è stato tre volte premier, ha guidato un G8 e un G20, è stato votato per 30 anni da decine di milioni di persone, non vedo perché non dovrebbe presentarsi. Ma non abbiamo capito che riscontri abbia avuto la sua raccolta di sostegno».

Il fattore Omicron potrebbe davvero giocare un ruolo?

«C'è il rischio che ci siano tra gli 80 e i 100 assenti, ma anche se fossero poche decine non dimentichiamo che Napolitano fu eletto la prima volta con il 53% dei voti. In tempi di Covid non avrebbe raggiunto il quorum».

Oggi è possibile avere un quadro chiaro delle intenzioni di voto?

«Il Parlamento liquido che abbiamo crea tante di quelle incertezze che diventa difficile qualsiasi tipo di conteggio. Immagino che oltre Sgarbi altri fidati consiglieri stiano cercando di capire se ci sono le condizioni».

La leva del proporzionale potrebbe essere una chiave per allargare il campo del centrodestra verso il centro?

«Noi rappresentiamo un ponte, sono in corso contatti con Renzi per un patto di consultazione o una federazione dei gruppi parlamentari, Renzi che però ha già detto che non potrà appoggiare la candidatura di Berlusconi.

In ogni caso noi riteniamo che se da due legislature il maggioritario non riesce a esprimere una maggioranza in Parlamento sia necessario lavorare su una legge elettorale proporzionale per avere una rappresentazione più precisa e puntuale della volontà del Paese».

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