Sono in molti a chiedersi fin dove potrà spingersi Sergio Mattarella nel suo braccio di ferro con Matteo Salvini sul nome di Paolo Savona all'Economia. Le tesi sono discordanti. Perché quando si parla di governo, ministri e premier bisogna guardare alla Costituzione, alla sua interpretazione e pure alla prassi che negli anni si è sviluppata.
La domanda è semplice: può Mattarella imporre un veto definitivo sul professore anti euro in via XX Settembre? Le risposte sono molteplici e in queste ore costituzionalisti (e non) stanno dicendo la loro. La Carta, infatti, parla chiaro: al Capo dello Stato spetta il compito di affidare l'incarico di presidente del Consiglio a chi può trovare una maggioranza in Parlamento e poi di "nominare", su indicazione del premier, i singoli ministri. Detta così sembra facile. Il problema, però, è un altro: cosa intendevano i padri costituenti con "nominare"? Chi è che decide? Il Presidente della Repubblica oppure il primo ministro (e i partiti che lo sostengono)?
Ebbene, in queste ore sta avendo discreto successo tra i supporter leghisti la fotografia della pagina di un libro di testo di diritto costituzionale in cui la risposta alla domanda è semplice: il potere di nomina è solo formale, non effettivo. "Il Presidente della Repubblica - si legge nel testo - ha un ristretto margine di discrezionalità nella scelta del presidente del Consiglio, mentre non ne ha alcuno nella scelta dei ministri, formalmente demandata al presidente del Consiglio".
In realtà, è bene ricordarlo, nella storia repubblicana ci sono stati presidenti capaci di imporre il proprio volere ai vari premier. Un esempio su tutti, il più recente, vede protagonisti Giorgio Napolitano, Matteo Renzi e il procuratore Nicola Gratteri che l'ex sindaco di Firenze avrebbe voluto al ministero della Giustizia. Per non dover poi andare a riesumare il caso di Scalfaro e Cesare Previti, fermato anche lui alle soglie del ministero di giustizia.
Eppure i leghisti si sentono sicuri di poter forzare la mano. Salvini oggi ha detto che non intende fare passi indietro su Savona. E Calderoli ci tiene a ricordare cosa diceva "l'illustre costituzionalista Costantino Mortati, uno dei padri della nostra Costituzione, uno che la nostra Costituzione l'ha scritta". Ebbene, "nel suo 'Istituzioni di diritto pubblico, ed.
1975, a pagina 568 scrive che 'la proposta dei ministri (fatta dal premier, ndr) deve ritenersi strettamente vincolante pel capo dello Stato'. Impossibile uscirne, dunque. "È bene ricordare che su quel testo si sono formati i migliori giuristi italiani - conclude Calderoli - Chi sa parli. Chi non sa taccia. O meglio ancora studi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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