"Gli sbarchi dalla Libia sono cresciuti di sei volte"

La commissaria Ue Johansson lancia l'allarme. Ma è lei che apre alle Ong. L'Ocean Viking fermata per irregolarità

"Gli sbarchi dalla Libia sono cresciuti di sei volte"
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«Sappiamo che quest'anno la pratica delle partenze irregolari dalla Libia orientale è aumentata del 600%», dichiara la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson. Però la stessa commissaria condanna la Guardia costiera libica che per intercettare circa 10mila migranti dall'inizio dell'anno non va per il sottile. E vorrebbe aprire le porte del Gruppo di contatto per la ricerca e il salvataggio fra i paesi Ue alle Ong. Una possibilità vista come fumo negli occhi dall'Italia. Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee, è rimasta coinvolta il 7 luglio nell'ennesima battaglia navale con la Guardia costiera libica, che ha impiegato una motovedetta da poco ricevuta dall'Italia. Secondo l'Ong del mare i libici avrebbero sparato in aria per dissuadere, inutilmente, i gommoni veloci dell'Ocean Viking dal recuperare un gruppo di migranti.

La nave, arrivata ieri nel porto di Civitavecchia, dove ha sbarcato 57 persone, è stata sottoposta a fermo «per irregolarità relative alla sicurezza della navigazione», dopo un'ispezione della Guardia costiera durata sette ore. «In particolare, parte dell'equipaggio non possedeva le abilitazioni necessarie per la gestione dei mezzi di salvataggio» spiega la Guardia costiera. Ad un'altra nave delle Ong, Humanity 1 con a bordo 199 migranti, è stato assegnato il porto di Ancona.

Il campanello d'allarme del 600% di partenze in più dalla Libia orientale non tiene conto del trend degli ultimi giorni. «L'epicentro delle partenze è Sfax, in Tunisia, con una media di 30 barchini di ferro che salpano verso Lampedusa ogni 24 ore mettendo a dura prova la Guardia costiera», spiega al Giornale una fonte in prima linea sul mare. «Dalla Libia le partenze continuano, ma in tono minore - fa notare -. Uno dei porti più importanti dei trafficanti come Zwuara ne registra 2-3 al giorno», con barconi che possono ospitare anche 100 migranti. Nella Libia orientale (Cirenaica), controllata dal generale Khalifa Haftar che si appoggia sui russi della Wagner, sembrano sospese le partenze dei grossi pescherecci in disuso capaci di trasportare fino a 700 persone. «I viaggi più pericolosi sono quelli che partono da Bengasi su barche piccole o addirittura gommoni - rivela la fonte - Un sistema molto pericoloso su una rotta lunga. Spesso si fermano in mezzo al mare».

I dati del Viminale parlano chiaro: ieri erano arrivati dal primo gennaio 73.414 migranti. Oltre il doppio rispetto allo stesso periodo del 2002 e tre volte tanto il 2021. I mesi estivi si confermano quelli del boom: in giugno i 15.175 migranti sbarcati sono quasi il doppio rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Dal primo luglio sono già sbarcati 7.694 ovvero una media di 641 al giorno. I primi in fuga da un paese in guerra sono i siriani al settimo posto. I subsahariani assieme ad egiziani, cittadini del Bangladesh, pachistani e tunisini precedono i veri rifugiati. E si teme a breve l'ondata dei sudanesi in fuga dal conflitto civile. L'Onu ha rivelato ieri che sono 3 milioni compresi gli sfollati interni.

«L'approccio sull'immigrazione deve essere diverso ed è il motivo per cui, agli occhi di molti italiani, non siamo risolutivi sul tema», ha spiegato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella conferenza stampa al termine del summit della Nato a Vilnius. «Ma io preferisco metterci di più per trovare una soluzione strutturale - ha detto -. È una delle materie cui mi dedico con maggiore attenzione e si iniziano a vedere i risultati».

Al momento l'unico risultato

tangibile è che dalla Libia le partenze sono diminuite grazie alle pressioni italiane su Tripoli, i turchi ed Haftar, ma non abbastanza. E assieme alla Tunisia si rischia di registrare a fine anno ben oltre 100mila sbarchi.

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