Scalfari: "M5S grande partito di sinistra? Era uno scherzo"

Eugenio Scalfari: "Definire il M5S un grande partito della sinistra moderna era solo uno scherzo provocatorio". E chiarisce: "Continuerò a votare Pd"

Scalfari: "M5S grande partito di sinistra? Era uno scherzo"

Qualche giorno fa Eugenio Scalfari ha detto di auspicare l'alleanza tra Pd e Movimento 5 Stelle. Oggi però fa retromarcia, dicendo che era solo uno "scherzo provocatorio". Ricapitoliamo: intervenuto a Dimartedì, su La7, il fondatore di Repubblica ha detto che "Di Maio ha dimostrato un'intelligenza politica notevole, perché di fatto il Movimento è diventato un partito. Lui addirittura ha steso la lista dei ministri e l'ha voluta portare al Quirinale". Poi ha spiegato che "facendo un'alleanza con il Pd non è che ci sono due partiti, diventa un unico partito, Di Maio è il grande partito della sinistra moderna. Allora la faccenda cambia, se lui diventa la sinistra italiana voterò per questo partito". Molti si sono stupiti, visto e considerato che pochi mesi fa lo stesso Scalfari aveva detto di preferire Berlusconi a Di Maio. Qualcosa deve averlo fatto ricredere. Anzi no, era solo uno scherzo. Lui stesso lo spiega dalle colonne di Repubblica.

"Il tema - si legge - era quello della dura sconfitta del Partito democratico. Non era mai andato così male. Come mai e perché era ridotto al 19%? Per colpa degli scissionisti guidati da Grasso, Bersani, D'Alema? Certamente no. Alla domanda di Floris ho dato una risposta volutamente paradossale e al tempo stesso provocatoria che aveva un significato secondo me importante". Insomma, solo un paradosso. Ma sarà davvero così?

"Il dato di fatto che avevo sottomano - prosegue Scalfari - era la capacità del Movimento 5 Stelle, allora guidato da Beppe Grillo, di attirare nelle sue file molti elettori di sinistra, scontenti di come Renzi dirigeva il partito. Inoltre in Italia l'astensione, che è considerata normale fino al 20%, sfiorava il tetto del 40. La campagna elettorale di Renzi è stata concentrata soprattutto sul recupero degli astensionisti e degli elettori che avevano abbandonato il partito per affluire nei grillini. Allo stesso modo quel Movimento che è ormai diventato un partito nelle mani di Di Maio, non solo ha fatto una campagna elettorale per difendere la permanenza dei loro aderenti d'ispirazione di sinistra, ma per conquistarne degli altri. Questo è stato il nocciolo dello scontro tra quei due partiti. Questa volta, come già in precedenza, gli scontenti delusi dal partito renziano non soltanto non hanno fatto ritorno ad esso ma un'altra massa di quei delusi ha fatto lo stesso cammino dei precedenti. Il risultato è che Renzi è finito col 19 per cento e i grillini sono più del doppio".

E così prova a spiegare la sua provocazione: "Qual è stata a questo punto la mia tesi ovviamente grottesca? Data questa disparità di forze tra Renzi e Di Maio, visto che Di Maio ha ormai trasformato il Movimento in un partito con tutto ciò che ne consegue e che M5S è pieno di aderenti che dal Pd sono usciti ma sono rimasti di sinistra, Di Maio dovrebbe diventare anch'egli di sinistra e unirsi al Pd assumendone il nome: un grande partito di sinistra democratica il quale rappresenterebbe metà del Paese e del Parlamento".

Ma alla fine, tra scherzi, battute e cose serie, da che parte sta Scalfari? "Continuerò a votare il Pd perché non vedo alternative di sorta".

E spiega che Gentiloni potrebbe traghettare il Paese per sei mesi, o un anno, con l'ordinaria amministrazione, in attesa di rivotare. Perché il Paese ha bisogno di una maggioranza che abbia i numeri per governare, e se questa legge elettorale non lo consente, va cambiata.

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