Scalzone: "Niente Anpi: il mio 25 aprile è a Torre Maura coi migranti"

"Nelle piazze di Anpi non mi ritrovo, le loro sono celebrazioni da museo: il mio 25 aprile è a Torre Maura con i migranti e contro i Cpt". Così Oreste Scalzone, storico leader della sinistra extraparlamentare, attacca l'associazione dei partigiani

Scalzone: "Niente Anpi: il mio 25 aprile è a Torre Maura coi migranti"

Nella storia italiana, nessuno a sinistra si era sognato di attaccare Anpi e le celebrazioni del 25 aprile, l'anniversario della Liberazione. Nessuno fino a Oreste Scalzone. Fondatore nel 1969 di Potere Operaio insieme a Toni Negri e Franco Piperno, oggi che ha 72 anni Scalzone è ancora l'intellettuale di riferimento di una certa sinistra che non ha mai chiuso i conti con il proprio passato, al punto da chiedere l'amnistia per l'amico Cesare Battisti e per i reati politici degli anni di piombo. Normale, per un politico rifugiatosi in Francia per sfuggire alle catene della giustizia italiana in virtù di una condanna definitiva a 8 anni di carcere - e mai scontata - per partecipazione ad associazione sovversiva. Meno normale che tra i suoi punti di riferimento non ci siano i partigiani di Anpi, le cui piazze per il 25 aprile sarebbero solo "celebrazioni da museo".

"In piazze e cortei di Anpi dove aleggiano gli Smuraglia (presidente nazionale di Anpi, ndr) non mi ritrovo neanche per fischiare o come presenza critica o contestatrice. Di Torre Maura o di impatti con i Cpr, veri lager in attesa di rinvii a quelli di Libia o di 'accoglimento' come carne da lavoro semi-schiava; oppure di necessità di gesti di azione diretta, di solidarietà concreta con occupazioni di case, fabbriche, tetti di capannoni 'logistici', ed altro e altro ancora, ne nascono ogni giorno. Ecco, lì è il nostro 25 aprile: campo di battaglia concreta e non di celebrazioni da museo". Parole durissime, quelle rilasciate ad Adnkronos da Scalzone. Che ancora vive nel mito del 25 aprile, ma solo del 1945. "Credo che in quella mattina tanti insorti pensassero come di vivere il sogno di star liberando la vita, non solo da un Ordine costituito, un regime, una quotidianità stenta e soffocata. Tuttavia, 25 aprile d'un anno dopo, è già tutt'altro. Ricorrenza, celebrazione, museo".

Secondo Scalzone, il vero fascismo da combattere non dovrebbe essere quello storico-politico di Mussolini, ma il "criptofascismo che ha preso il sopravvento nella vita quotidiana, nelle strade e piazze, nei comportamenti, nella microfisica delle relazioni: non un fantasma memoriale bensì una modalità d'esserci, assai trasversale". Ma è il concetto di "celebrazioni da museo" a lasciare a bocca aperta i partigiani di Anpi. "Quello che dice Oreste Scalzone sono problemi suoi. Noi sappiamo che la nostra è una battaglia molto dura.

Ci troviamo in un'Italia in cui accadono sempre più episodi di fascismo e razzismo e tutto ciò va contrastato e in questo, molte volte, ci troviamo da soli", la replica di Luigi Giannattasio, presidente di Anpi Salerno. Insomma, ora la sinistra si divide anche sul 25 aprile...

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