Nelle ultime ore anche la procura di Milano avrebbe cominciato a lavorare sullo scandalo del Csm, espandendo gli intrecci del caso che sta incrinando la magistratura italiana.
I nuovi sviluppi pubblicati sul sito dell’Espresso rivelano che i pm di Perugia, impegnati nel filone principale d'indagine su Luca Palamara, avrebbero inviato a Milano alcune intercettazioni di potenziale interesse della Procura meneghina. In questi passaggi l’ex consigliere del Csm, e Luca Lotti, ex sottosegretario del governo Renzi, discuterebbero di un dossier contro Paolo Ielo, il magistrato che ha chiesto il rinvio a giudizio dello stesso deputato Pd per favoreggiamento in merito alla fuga di notizie sul caso Consip.
Gli atti sono stati trasmessi a Milano perché l’ex ministro Lotti, in questa conversazione passata ora al setaccio, dice di essere in possesso di alcuni documenti su Domenico Ielo, fratello di Paolo, che gli sarebbero stati girati, secondo quanto riportato dall'Espresso, da Claudio Descalzi, cioè l’amministratore delegato dell’Eni, imputato nel capoluogo lombardo per una presunta corruzione internazionale in Nigeria.
Scenari che porterebbero a sviluppi sempre più sorprendenti, se possibile, nelle indagini, ma che sono ancora tutti verificare. Lo specifica nell’anticipazione lo stesso settimanale, in uscita con l’inchiesta il 23 giugno, definendo le intercettazioni al vaglio della Procura di Milano ancora in “fase preliminare, di riscontro”.
Claudio Descalzi fa sapere di essere totalmente estraneo alle rivelazioni scritte sul settimanale: "Eni smentisce in modo categorico che l'Amministratore Delegato, Claudio Descalzi, abbia mai consegnato al Dottor Lotti documentazione relativa al fratello del Dottor Paolo Ielo (pm della procura di Roma, ndr). A questo proposito, considerata l'estrema gravità delle affermazioni rese pubbliche dalla testata senza alcun supporto di prova o riscontro, l'amministratore delegato di Eni si riserva di intraprendere le opportune vie legali a tutela della propria reputazione".
Dal cantuo suo anche Luca Lotti smentisce in una nota quello che è scritto sul settimanale: "Nego di aver ricevuto qualsiasi pezzo di carta o informazione dal dott. Descalzi con il quale, oltretutto, non ho contatti dal 2016".
Nella riunione della notte del 9 maggio 2019 tra Lotti, Palamara e i cinque componenti del Csm sembra si volesse puntare sulla carta dei parenti per gettare discredito sui magistrati del pool romano e giustificare così l’approdo a capo della preziosa Procura della Capitale del loro candidato Marcello Viola.
Le accuse nei confronti di Paolo Ielo predenrebbero spunto da un esposto, teoricamente segreto, presentato contro di lui al Csm dal pm romano Stefano Fava nel quale denuncia il collega di “conflitto
d’interessi per la gestione di alcune inchieste e per alcune consulenze professionali del fratello Domenico, avvocato di un importante studio che ha lavorato anche con l’Eni e per una società di costruzioni, Condotte.”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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