Roma. Una bomba inaspettata, una notizia che nella serata di ieri ha sconvolto le stanze vaticane: il cardinale sardo Angelo Becciu, a sorpresa, ha presentato le dimissioni da Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e ha rinunciato a tutti i diritti del cardinalato. All'interno delle mura leonine si parla di un'udienza «choc», durante la quale Papa Francesco avrebbe comunicato a Becciu la sua decisione. Il diretto interessato ha commentato, «con la voce rotta», poco dopo con l'Adnkronos: «Preferisco il silenzio». E così il porporato di Pattada (Sassari), 72 anni e considerato da tanti uno dei papabili per un prossimo conclave chiude in questo modo il suo servizio all'interno della Santa Sede, dove era arrivato con Papa Benedetto XVI nel 2011 come Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, in pratica il numero due del cardinale Tarcisio Bertone, all'epoca Segretario di Stato.
Dietro la decisione di Papa Francesco ci sarebbero nuovi sviluppi dell'inchiesta della magistratura vaticana sull'immobile di lusso acquistato a Londra, nel 2012, per 200 milioni di euro. Becciu, infatti, quando era Sostituto aveva trattato per l'acquisto di quel palazzo ribadendo in più occasioni che non erano stati utilizzati soldi sottratti ai poveri e di non essere indagato in quanto autorizzato a compiere quella operazione di compravendita dai suoi superiori. Il cardinale Pietro Parolin, arrivato come Segretario di Stato l'anno successivo dall'avvio della compravendita, aveva parlato di «operazioni opache» e a stretto giro era arrivata la replica di Becciu: «Perché le operazioni dovrebbero essere opache? Anzitutto è prassi che la Santa Sede investa nel mattone, l'ha fatto sempre: a Roma, a Parigi, in Svizzera e anche a Londra. Pio XII fu il primo ad acquistare degli immobili a Londra. Ci è stata avanzata la proposta di questo storico ed artistico palazzo e quando fu fatta e realizzata non c'era niente di opaco. L'investimento era regolare e registrato a norma di legge.Non si cercava un investimento di carattere speculativo».
Nonostante la difesa di Becciu, l'inchiesta, però, si stava, pian piano, stringendo attorno al porporato, tanto a che a finire indagato era stato il suo ex segretario personale, successivamente licenziato dalla Santa Sede prima della celebrazione del processo. Insieme al segretario di Becciu, nel mirino della magistratura vaticana erano finite altre persone che, per l'incarico ricoperto in Segreteria di Stato all'epoca dell'acquisto dell'immobile, avevano collaborato a stretto contatto col cardinale. Il porporato si era, però, sempre difeso dicendo che «l'acquisto del palazzo era stata un'occasione propizia perché con la Brexit il valore dell'immobile è triplicato». Oggi però, a quanto pare, l'inchiesta ha portato delle novità, ancora riservate, che hanno costretto Becciu a lasciare la Congregazione che guidava dal 1° settembre 2018 e addirittura a rinunciare a tutti i diritti da cardinale.
«Becciu rimarrà nominalmente nel collegio cardinalizio, certo, ma senza titolo e senza possibilità di votare o essere votato in un prossimo conclave», spiega una fonte autorevole della Santa Sede a Il Giornale, «dovrebbe verificarsi, a livello canonico, esattamente ciò che era già successo, per altri più gravi motivi, col cardinale scozzese Keith O'Brien, cioè non potrà più ricoprire uffici espressamente riservati ai cardinali, non avrà più la residenza in Vaticano, l'accesso ai concistori e non riceverà più lo stipendio da porporato».
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