Scandalosa e irrequieta anche nella vita. Addio a Sue Lyon, "Lolita" del film di Kubrick

Il successo a 16 anni, poi il declino, fu nominata all'Oscar. Ebbe 4 mariti

Scandalosa e irrequieta anche nella vita. Addio a Sue Lyon, "Lolita" del film di Kubrick

Aveva 14 anni, quando vide il suo nome in cartellone, ma non il film che, nel 1962, la consacrò stella di Hollywood in «Lolita»: era minorenne, non avendo i 16 anni richiesti dalla censura e il film, adattamento del romanzo omonimo di Vladimir Nabokov, ai tempi fece scandalo.

Ora che Sue Lyon, attrice americana conosciuta per il suo ruolo da ninfetta tentatrice nel capolavoro di Stanley Kubrick, è morta a Los Angeles giovedì scorso, impossibile non ricordare la sua prima parte da protagonista: quello sguardo malizioso e innocente, che emergeva da dietro gli occhiali a cuore, apposta per turbare l'attempato professor Humbert Humbert, interpretato da James Mason, coincideva col peccato. Come i capelli biondo platino, il cappellino di paglia e il bikini indossati in giardino da lei adolescente, scelta fra 800 teenager aspiranti al ruolo.

Quell'interpretazione valse a Sue un Golden Globe come attrice emergente, ma la cristallizzò proprio come accadeva alle amate farfalle catturate e trafitte da Nabokov nel personaggio della tentatrice, da lei riproposto ne «La notte dell'iguana» (1964), firmato da John Huston e recitato da Richard Burton, Ava Gardner e Deborah Kerr. Mostri sacri che non le impedirono di flirtare, in Messico, con vari ragazzi della zona.

Le turbolenze sul set non cessarono neanche quando la giovane scatenata venne raggiunta dal fidanzato e poi marito (per un anno) Hampton Fancher, cacciato da Huston per i litigi continui. Poi toccò a John Ford impiegare «Lolita» nel film «Missione in Manciuria» (1966).

Finita l'adolescenza e, con essa, l'aura perturbante, per Sue, spinta nell'agone del cinema dalla madre, vedova indigente e con cinque figli a carico, arriveranno lavori saltuari e minori, tra cinema e televisione. Le serie tv «Love, American Style», «Fantasy Island» e «Night Gallery» le permisero di galleggiare nel mondo dello spettacolo.

Inanellando, nel frattempo, diversi matrimoni: dopo Fancher, Sue si maritò con il fotografo e sportivo Roland Harrison, dal quale ebbe la figlia Nona e qualche guaio di natura razziale, in seguito ai quali la coppia si trasferì in Spagna. Seguirono Edrward Weathers (11 mesi di matrimonio) e Richard Rudman: con quest'ultimo, la star rimase dal 1985 al 2002.

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