Questa volta il «Lupo di mare», classe di sottomarini d'attacco Usa specializzati in operazione segrete, ha fatto cilecca nel Mar cinese meridionale una delle aree a più alta tensione del globo sollevando le ire di Pechino. Ufficialmente il sommergibile nucleare USS Connecticut ha urtato una montagna degli abissi, che non era segnata sulle carte. Forse è solo un «incidente» di copertura, che nasconde qualcosa di più grosso, ma la collisione è costata la testa al comandante dell'unità navale, Cameron Aljilani, il suo vice, Patrick Cashin e il primo capo tecnico Cory Rodgers.
La dura punizione è stata decisa dal vice ammiraglio Karl Thomas, al comando della VII flotta americana di base in Giappone. La Marina ha fatto sapere che gli ufficiali silurati «avrebbero potuto evitare» la collisione che ha ferito una quindicina di uomini dell'equipaggio. L'incidente, avvenuto il 2 ottobre, ha costretto l'arma invisibile, fino a quando è in immersione, a navigare in superficie per raggiungere la base americana di Guam per le prime riparazioni.
Il governo cinese ha duramente protestato per la presenza del sottomarino in un'area contesa e ipotizzato che ci sia stata anche una perdita di materiale nucleare. In realtà sia reattore che arsenale balistico sembrano sia rimasti intatti. La Cina ha addirittura costruito degli isolotti artificiali nel tratto di mare strategico trasformandoli in basi militari galleggianti con tanto di piste e caccia bombardieri. Lo strano incidente del Connecticut, però, è ancora tutto da scrivere non essendo stato fornito alcun dettaglio. L'unità costa tre miliardi di dollari e fa parte della classe Seawolf, sommergibili d'attacco rapido contro navi nemiche, che hanno pure un altro compito segreto.
Il Connecticut può condurre operazioni strategiche di ricognizione grazie ad un'aliquota dei Navy Seal, i corpi speciali della Marina e una serie di mezzi subacquei speciali da utilizzare negli abissi compreso un drone sottomarino. Non è un caso che nel 2013 l'equipaggio dell'USS Jimmy Carter, un'evoluzione della classe Seawolf, sia stato insignito della più alta onorificenza della Marina per un'operazione segreta proprio nel Mar cinese meridionale. Si conosce solo il nome in codice, «Missione 7», portata a termine «in condizioni estremamente avverse senza appoggio esterno, in nome di obiettivi vitali per la sicurezza nazionale». I dettagli sono rimasti segreti, ma il sommergibile è rientrato alla base nello stato di Washington issando la bandiera Jolly Roger, che durante la seconda guerra mondiale significava avere affondato unità nemiche o portato a termine rischiose operazioni di intelligence. Il Jimmy Carter e l'USS Connecticut derivano dalla stessa classe dei «lupi di mare» e fanno parte dell'ultrasegreto Squadrone 5 di sottomarini, che testano i più sofisticati e innovativi strumenti di spionaggio negli abissi e mezzi subacquei.
L'«incidente» è avvenuto poche settimane dopo l'annuncio degli Stati Uniti, Inghilterra e Australia di una nuova alleanza militare in chiave anti-cinese, incentrata sulla condivisione della tecnologia dei sottomarini nucleari. E all'apice dell'escalation militare con Pechino su Taiwan.
Sull'isola ribelle sono sbarcati i
corpi speciali Usa per addestrare le forze armate locali a fronteggiare i piani di invasione cinesi. E Pechino ha appena annunciato l'incremento dell'arsenale nucleare per raggiungere il numero di missili balistici americani.
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