Scontro sulla prescrizione. Pd e Iv minacciano i 5 Stelle

I renziani pronti a votare l'abrogazione della riforma I dem: vertice prima del 7. E presentano un nuovo testo

Scontro sulla prescrizione. Pd e Iv minacciano i 5 Stelle

È ancora scontro tra alleati di governo. Si apre, di nuovo, sulla giustizia, fra i punti dolenti del Conte bis. La clessidra corre veloce verso l'entrata in vigore della riforma della prescrizione voluta dal M5s e considerata un «orrore» (copyright di Maria Elena Boschi) dai renziani di Italia Viva. Una legge, cavallo di battaglia del ministro della Giustizia grillino Alfonso Bonafede, che blocca la prescrizione dopo la sentenza di primo grado e che diventerà realtà dal primo gennaio. Il tema continua a essere una frattura aperta anche con il Pd, che aveva chiesto un rinvio dell'entrata in vigore della legge per definire una riforma del processo penale in grado di accelerare i tempi dei procedimenti e scongiurare il rischio del «fine giustizia mai». La bozza di Bonafede per accorciare i processi non ha mai convinto i democratici.

Ed ecco che all'indomani dell'accordo trovato invece sulle intercettazioni, con il via libera alla riforma dell'ex ministro della Giustizia Andrea Orlando i dem rilanciano la palla nel campo dei grillini. E annunciano la presentazione di una «proposta legge di modifica che consenta di salvaguardare la ragionevole durata del processo - afferma Alfredo Bazoli, capogruppo dem in commissione Giustizia alla Camera - confidiamo ancora nella possibilità di una intesa di maggioranza e faremo il possibile per favorirla, a partire dal prossimo incontro del 7 gennaio. Ma senza segnali di apertura da parte del M5s ci sentiremo liberi di proseguire l'iter parlamentare». Una nuova mina per l'esecutivo giallorosso già atteso a gennaio alla prova della «verifica di governo» o «agenda 2023» come la chiama il premier Giuseppe Conte. In altre parole un test per la durata della legislatura.

«Il ministro Bonafede - scrive su Twitter Andrea Marcucci, il presidente dei senatori del Pd - si dovrebbe rendere conto che non ci fermiamo di fronte alla logica del fatto compiuto. Serve una riunione di maggioranza prima del 7 gennaio. Non è possibile accettare che i processi abbiano tempi infiniti». Il Guardasigilli respinge l'idea di una crisi: «Io dico di no, abbiamo fatto passi avanti importantissimi. Le divergenze sono rimaste ma abbiamo preso atto che al primo gennaio la riforma entra in vigore. Ho già proposto alla maggioranza la bozza di riforma del processo penale per fare in modo che duri poco. Ci siamo dati appuntamento al 7 gennaio poi se Italia Viva preferisce non venire...».

Ma sulla prescrizione il Pd non vuole lasciare campo libero ai renziani, che sarebbero addirittura pronti a votare la proposta di abrogazione di Forza Italia. Dice Walter Verini, responsabile Giustizia dei dem: «Abbiamo rilevato che in tema di riforma del processo penale siamo indietro rispetto alla tabella di marcia stabilita con il ministro Bonafede che, nonostante diversi incontri di maggioranza, non ha presentato ancora un testo, di sintesi delle posizioni, che punti a garantire tempi certi per la ragionevole durata del processo, così come stabilisce la Costituzione. Non possiamo perdere tempo prezioso, per questo abbiamo chiesto una riunione di maggioranza sul tema da tenersi nei prossimi giorni.

I cittadini e le imprese vogliono una giustizia che garantisca tempi certi per la durata dei diversi gradi di giudizio. Per questi motivi presenteremo una nostra proposta di legge in Parlamento come contributo del Pd per una soluzione seria per la giustizia italiana».

Una nuova prova per il Conte bis.

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