Scozia, tonfo Sturgeon. L'ex premier arrestata sui fondi ai nazionalisti

Distratte 600mila sterline del partito, poi in serata il rilascio. Il marito fermato in aprile

Scozia, tonfo Sturgeon. L'ex premier arrestata sui fondi ai nazionalisti
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Colpo di scena nell'indagine sulla gestione delle finanze dello Scottish National Party. L'ex primo ministro Nicola Sturgeon è stata arrestata ieri, dopo essersi volontariamente sottoposta a un'intervista nella stazione di polizia in relazione all'inchiesta Branchform, avviata due anni fa. L'identità della Sturgeon inizialmente non era stata diffusa dalle autorità, ma è stata verificata dai giornali nazionali e confermata in seguito da un suo portavoce.

Il fermo dell'ex premier indipendentista scozzese, dimessasi il 15 febbraio di quest'anno, non arriva in realtà come un fulmine a ciel sereno. Un paio di mesi prima, il 5 aprile, era stato arrestato anche suo marito, Peter Murrell, ex amministratore del partito, che aveva di recente rinunciato all'incarico per aver mentito sul calo di iscritti nelle file degli indipendentisti. Anche allora, come ieri, la casa e il giardino della coppia, in Uddingston nelle vicinanze di Glasgow, erano stati perquisiti per due giorni e una motorhome di lusso parcheggiata davanti all'abitazione dell'anziana madre di Murrell era stata sequestrata. Dopo 12 ore di interrogatorio l'uomo era poi stato rilasciato senza che venisse formulata contro di lui nessuna accusa. Due settimane più tardi lo stesso trattamento era stato riservato anche al tesoriere del partito, Colin Beattie che poi aveva rassegnato le dimissioni.

L'ipotesi che la prossima a venir interrogata fosse proprio Sturgeon era quindi più che fondata. L'inchiesta, scattata nel luglio del 2021, riguarda la gestione delle finanze dello Scottish National Party e in particolare la possibilità che più di 600mila sterline raccolte in donazioni per un secondo referendum sull'indipendenza della Scozia siano state distratte dalle casse del partito. Sebbene infatti il referendum non fosse mai stato indetto, nel 2020 sul conto comune apparivano soltanto 97mila sterline e lo stesso Murrell aveva prestato al partito 100mila sterline per far fronte a eventuali problemi di liquidità. Non è chiaro che fine abbiano fatto gli altri fondi e come siano stati spesi. Di fronte all'evolversi della situazione è legittimo pensare che dietro le dimissioni del primo ministro più longevo di Scozia non ci fossero soltanto il desiderio di ritornare a una vita normale, senza pressioni, anche se Sturgeon ha sempre smentito decisamente che le due cose fossero collegate.

Ieri, il suo successore, Humza Yousaf, ha dichiarato che proprio Sturgeon gli aveva confidato «quanto difficili e traumatiche» erano state le ultime settimane, aggiungendo però che l'aveva trovata bene. L'attuale primo ministro dovrà invece affrontare le molte richieste di sospensione che stanno giungendo da ogni parte in seguito all'arresto dell'ex Premier. «Questa soap opera è andata avanti abbastanza - ha twittato ieri August MacNeil deputato dell'Snp - la Sturgeon ha sospeso altri dal partito per molto meno. È tempo che si prenda una distanza politica fino a che non si conclude l'inchiesta». Il segretario ombra del Labour scozzese, Ian Murray ha espresso profonda preoccupazione per gli ultimi sviluppi affermando che la polizia deve poter lavorare senza interferenze. L'operato degli agenti è invece stato fortemente criticato dagli alleati della Sturgeon indignati per «lo spettacolo grottesco» della tenda piantata nel giardino della coppia.

«Scommetto 5 sterline che l'indagine si concluderà senza accuse formali» ha commentato l'ex capo dei media del partito Murray Foote. Quasi una premonizione, Nicola Sturgeon è stata rilasciata in serata e ha subito twittato: «Sono innocente».

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