Per far tornare a settembre gli alunni tra i banchi in sicurezza, il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina immagina delle «soluzioni flessibili». Il timore è che sulla scuola il governo navighi a vista e che non ci siano risposte programmate per il nuovo anno scolastico, che rischia di aprirsi nel caos. Un danno ulteriore per gli studenti, che si andrebbe ad aggiungere alle problematiche che stanno affrontando oggi con la didattica on line e ai vuoti formativi che necessariamente lascerà. L'ultima ipotesi sul tavolo - dopo quella dei doppi turni sulla quale la Azzolina ha fatto dietro front - è la didattica alternata. Il problema è il distanziamento, difficile da assicurare non solo nelle classi pollaio, ma ovunque viste le dimensioni delle aule nella maggior parte degli istituti. L'opzione che sta vagliando il comitato tecnico nominato dal ministro è la possibilità di tenere metà degli studenti in classe e metà collegati da casa, a turno, il modo da non perdere la socialità. Difficile, però, pensare ad un solo docente che contemporaneamente faccia lezioni in presenza e da remoto. Gli addetti ai lavori si chiedono anche come sia possibile coniugare l'immediatezza dell'aula con le difficoltà del collegamento a distanza.
E i compiti in classe come si svolgerebbero? Tra l'altro c'è anche il problema dei concorsi che non si sono svolti a causa dell'emergenza coronavirus perché il ministro non ha potuto emanare i bandi entro febbraio. Questo ha lasciato moltissime cattedre scoperte e il rischio adesso è che il nuovo anno cominci con una valanga di supplenze.
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