La diga che non deve crollare è la scuola. Almeno materna e primaria devono restare aperte. Su questo punto il premier Giuseppe Conte ammette che l'impennata dei contagi «rischia di mettere in discussione la didattica in presenza» ma assicura che il governo continuerà a difenderla «fino alla fine». Dunque per il momento non dovrebbe essere prevista una chiusura a livello nazionale ma, dietro proposta del premier, la didattica a distanza potrebbe essere allargata alla terza media.
È vero che nello scacchiere delle scuole la didattica in presenza ha già subito pesanti riduzioni e tagli. L'ipotesi sul tavolo è quella appunto di salvare asilo ed elementari in presenza. Sulla didattica a distanza per le medie si discute: l'ipotesi avanzata è che si potrebbe introdurre la Dad al 100 per cento anche in terza media, tenendo conto che a 13 anni si è comunque più autonomi e questa scelta inciderebbe meno anche sulle famiglie.
Una decisione che però non può essere comunicata alle scuole e alle famiglie da un giorno all'altro e tanto meno di domenica ed è quindi escluso che arrivi entro oggi. Potrebbe invece essere contenuta nel nuovo Dpcm che dovrebbe essere varato domani con tutte le misure di contenimento del coronavirus.
Sono dieci le Regioni che per le superiori hanno già optato per la Dad o al 100 o comunque intorno al 75 per le superiori. E non è escluso che nelle aree dove il coronavirus galoppa si prendano decisioni più drastiche a livello locale.
Una giornata di incontri frenetici anche quella di ieri che si è aperta con l'ennesimo accorato appello del ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina.
«Tenere le scuole aperte significa aiutare le fasce più deboli della popolazione - ha scritto il ministro su Facebook - Significa contrastare l'aumento delle disuguaglianze, un effetto purtroppo già in corso, a causa della pandemia. Significa tutelare gli studenti, ma anche tante donne, tante mamme, che rischiano di pagare un prezzo altissimo». La posizione della Azzolina resta dunque la stessa: lezioni in presenza al massimo delle possibilità perché aggiunge «la chiusura delle scuole non produce gli stessi effetti per tutti. La forbice sociale si allarga, il conto lo pagano i più deboli».
Intanto però le Regioni hanno già intrapreso la via della Dad per le superiori e non solo. In Abruzzo si prevede Dad alle superiori e lezioni in presenza soltanto in condizione di necessità, ad esempio per gli alunni disabili. Anche in Basilicata tutti i ragazzi delle superiori a lezione da casa al 100 per cento. Bolzano ha scelto il 50 per cento di Dad per le superiori anche se dal governo era arrivata l'indicazione del 75%. Tutti a casa anche in Calabria che si riserva di riconsiderare la situazione dopo il 13 novembre. In Campania serrata totale per volontà del governatore De Luca: fino al 14 novembre per tutto il ciclo scolastico dall'infanzia alle superiori.
Identica la scelta della Puglia che deroga dalla Dad soltanto per chi ha «bisogni educativi speciali».
L'Umbria invece fa da apripista per la Dad anche alle medie: dal 3 novembre alunni di medie e superiori a casa tranne per eventuali attività di laboratorio dove possibile.
Le scuole superiori,
licei e istituti tecnici, restano sbarrati al 75 per cento anche in Veneto, Valle d'Aosta, Toscana. Al 100 per cento in Piemonte. Prosegue in solitaria Trento che prevede la Dad soltanto in situazioni di rischio elevato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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