Nell'elenco dei desiderata ministeriali a proposito di recovery fund c'è anche l'Ilva. La lista è stata smentita ma il «piano nazionale di rilancio dell'industria siderurgica sostenibile» lanciato dal ministero dello Sviluppo è credibile. La cifra che il governo vorrebbe dirottare dal Recovery è di 5 miliardi di euro.
Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha confermato «la disponibilità del governo a co-investire» nel progetto per la decarbonizzazione dell'ex Ilva e per Taranto capitale del Green new deal. Il progetto è «tra le priorità del Recovery plan italiano».
Ma per il momento le notizie sono di segno di verso. Ieri è partita la cassa integrazione dei lavoratori di Taranto per un periodo di nove settimane legata alla pandemia. La sospensione riguarderà fino a un massimo di 8.147 dipendenti scaglionati nei vari turni.
In sostanza l'intero organico dello stabilimento ad eccezione dei dirigenti dovrà fermarsi in base alle esigenze della produzione. La nuova sospensione si aggiunge alla precedente di sei settimane che era iniziata il 3 agosto. Il ricorso alla Cig risale in realtà al luglio dell'anno scorso. Dapprima ordinaria per crisi di mercato, da marzo per via del Covid 19. Anche questa volta la procedura è stata avviata senza l'accordo sindacale.
La produzione potrebbe scendere di 3 milioni di tonnellate d'acciaio contro gli otto milioni della produzione normale e i dodici milioni di quella potenziale.
Il governo ha risposto minacciando di portare da 500 milioni a 1 miliardo la penale nel caso in cui Arcelor Mittal dovesse dire addio a Taranto, possibilità ormai sempre più concreta. Le voci che danno l'attuale proprietà vicino all'addio sono sempre più insistenti. Lo stesso Gualtieri ha chiarito che il progetto per l'ex Ilva di Taranto deve poggiare sul «mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi, un ambizioso piano di investimenti aggiuntivi molto significativi sia per la decarbonizzazione della produzione di acciaio sia per la bonifica e il rilancio verde dell'intera area».
Ma se Arcelor Mittal rifiutasse anche questo progetto di rilancio dell'impianto, «si troverà un altro interlocutore». Tanto più che «la decarbonizzazione di Ilva sarà tra le priorità del Recovery Plan italiano. È una strada difficile, ma non ce ne sono altre».
Dentro la maggioranza è già scattata la gara ad appropriarsi della paternità del piano per il centro siderurgico pugliese da finanziare con le risorse europee e con i prestiti del Next generation Eu. Il Pd ha presentato un documento nel quale si chiede che Taranto diventi la capitali del «Green new deal».
Per il ministro del Sud, Giuseppe Provenzano, «lo Stato italiano è in debito con Taranto, dobbiamo cominciare a
saldare questo debito nel più breve tempo possibile». Sul governo i sindacati hanno posizioni e toni diverse. La Cgil ha apprezzato le parole di Gualtieri sull'Ilva, per la Uilm il piano del ministro è invece ancora «fumoso».
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