"Sei troppo occidentale, non esci più di casa". Amina fa la maturità e poi fugge dalla famiglia

La 18enne marocchina e la raccolta fondi per il futuro: «Voglio fare medicina»

"Sei troppo  occidentale, non esci più di casa". Amina fa la maturità e poi fugge dalla famiglia
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La storia di Amina, fuggita di casa dopo l'esame di maturità, è simile a quella di tante altre ragazze come lei, nate e cresciute in Italia da famiglie straniere che non accettano il vivere all'occidentale. La famiglia della diciottenne Amina è marocchina, vive nel Cilento, e come quella della povera Saman Abbas - la coetanea pakistana uccisa dai parenti a Novellara perché si era opposta ad un matrimonio combinato - non ha mai visto di buon occhio il modo in cui si era integrata, il suo modo di vestire come le altre ragazze della sua età, il fatto che fosse fidanzata.

Quando lo hanno scoperto, tre mesi fa, le hanno detto che non avrebbe più potuto studiare e che con il suo stile di vita aveva disonorato la famiglia. Così, dopo averli convinti a fatica a farle finire le superiori e aver preso 110 e lode alla maturità scientifica nel suo liceo di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno, la giovane marocchina non è più tornata a casa. Al termine della prova orale, con l'aiuto del fidanzato, ha fatto perdere le proprie tracce. Con l'aiuto dei servizi sociali è stata portata in una struttura, dove però non è riuscita ad integrarsi e dalla quale, essendo maggiorenne, è andata via. È lei stessa a raccontare la sua storia in un lunga lettera pubblicata su GoFundMe, una piattaforma americana di crowdfunding dove sta cercando di raccogliere i fondi per il suo futuro. Finora ne ha raccimolati 3mila. Vuole vivere in Italia, dove ci sono tutti i suoi amici, iscriversi a medicina, poter indossare gli abiti che indossano tutte le adolescenti occidentali. Amina è orfana di padre. Era la sorella, con altri familiari, ad umiliarla e talvolta picchiarla: «Sei una pu....Invece di pensare alla scuola pensi a fare la t....in giro. Papà se fosse ancora vivo ti avrebbe odiato, l'hai deluso». Mesi di accuse continue. Le hanno anche sequestrato il telefono, letto le chat e guardato le fotografie. Amina racconta che i familiari le hanno preso e bruciato tutti i vestiti aderenti e corti e che anche la mamma l'aveva come cancellata: «Continuavo a ripetere che ero sempre sua figlia ma lei non mi rispondeva». Agghiaccianti i dettagli della lettera pubblicata da Amina su GoFundMe. «Mi minacciavano di venire a scuola a sorpresa per chiedere se parlavo con qualche ragazzo, quindi avrei dovuto fare la brava se avessi voluto finire quei pochi giorni di scuola. L'università me la dovevo scordare distruggendo così tutti i miei sogni di diventare un medico. Secondo loro avrei dovuto lavorare per il resto della mia vita con un familiare che mi potesse controllare, non sarei mai dovuta uscire, avrei dovuto pensare solo a riacquistare la loro fiducia.

Dopo l'esame di maturità avevano in mente di portarmi dal dottore per controllare se fossi ancora vergine o meno. Se non fossi stata vergine avrebbero subito riparato l'errore che avevo commesso facendomi sposare qualcuno all'istante». Prima che tutto questo accadesse Amina si è fatta coraggio ed è fuggita.

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