
Donald Trump conferma la stretta sui chip, e la Casa Bianca celebra «l'effetto» tycoon con la mossa di Nvidia che produrrà infrastrutture di intelligenza artificiale per un valore di 500 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni. Il presidente, dopo aver avvertito che «nessun Paese si salverà dai dazi», continua a spingere sulle tariffe punitive per affrontare le questioni commerciali, e ribadisce che annuncerà nuove tasse sui semiconduttori «in settimana» ed «entreranno in vigore in un futuro non lontano». Stessa cosa avverrà con i prodotti farmaceutici, assicura, seguendo misure simili per acciaio, alluminio e automobili.
Pennsylvania Avenue, nel frattempo, festeggia l'annuncio del gigante della produzione di chip Nvidia che inizierà a produrre supercomputer di intelligenza artificiale interamente negli Usa: «È l'effetto Trump in azione», sottolinea in una nota rivendicando il merito della mossa. L'azienda di semiconduttori fa sapere sul suo blog che sta collaborando con partner manifatturieri per progettare fabbriche ad hoc, ha commissionato oltre 90mila metri quadrati di spazio produttivo per costruire e testare i suoi chip Blackwell in Arizona e i supercomputer di IA in Texas. «Il presidente ha reso la produzione di chip negli Usa una priorità nell'ambito del suo instancabile impegno per la rinascita manifatturiera americana, e la strategia sta dando i suoi frutti, con migliaia di miliardi di dollari di nuovi investimenti garantiti solo nel settore tecnologico, prosegue la Casa Bianca, ricordando che all'inizio di quest'anno il tycoon ha annunciato un investimento privato di 500 miliardi di dollari in infrastrutture di intelligenza artificiale guidato da OpenAI, Oracle e Softbank, mentre Apple ha annunciato un investimento di 500 miliardi di dollari e Tsmc uno di 100 miliardi nella produzione di chip. Proprio quest'ultima, colosso taiwanese tra i principali produttori mondiali di chip per l'intelligenza artificiale (e principale fornitore di Nvidia, Apple, Qualcomm e Amd), secondo Reuters sta per riportare un balzo del 54% dei ricavi nella trimestrale che sarà annunciata giovedì. Trump ha elogiato l'industria dei chip di Taipei, ma la scorsa settimana ha dichiarato di averle comunicato che dovrà pagare una tassa fino al 100% se non costruirà stabilimenti negli Stati Uniti. Il mese scorso Tsmc ha tuttavia annunciato un investimento di 100 miliardi di dollari negli Usa, che si aggiungono ai 65 miliardi di dollari promessi per tre stabilimenti nello stato dell'Arizona.
Il consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett, in una serie di interviste, spiega che l'amministrazione americana è vicina a finalizzare un accordo commerciale con più di 10 Paesi sui dazi: «Sono state fatte offerte davvero molto, molto buone e straordinarie a Washington». E torna pure sulle accuse di manipolazione del mercato mosse al presidente da diversi democratici in Senato: «Non c'è stato insider trading», dice riferendosi alle polemiche seguite all'invito di Trump ad acquistare titoli azionari prima di innescare uno storico rally a Wall Street annunciando una pausa di 90 giorni sui dazi reciproci.
Intanto il dollaro scende ai minimi degli ultimi sei mesi dopo le ennesime dichiarazioni del tycoon sui chip e con il timore che la confusione sulla politica tariffaria possa allontanare gli operatori dagli asset statunitensi. D'altra parte, l'euro ha raggiunto il suo livello più alto in tre anni alla fine della scorsa settimana (vicino a 1,15 dollari), e gli operatori scommettono su una salita fino a 1,20 dollari.
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