"Sempre con Marine". Salvini in equilibrio fra estrema destra e tenuta del governo. "Dureremo 10 anni"

Sta con Giorgia, ma anche con Marine. Marine Le Pen sale con Matteo Salvini sul palco di Pontida e alla fine del suo discorso grida in italiano: "Viva il Capitano"

"Sempre con Marine". Salvini in equilibrio fra estrema destra e tenuta del governo. "Dureremo 10 anni"
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Sta con Giorgia, ma anche con Marine. Marine Le Pen sale con Matteo Salvini sul palco di Pontida e alla fine del suo discorso grida in italiano: «Viva il Capitano». Battimani. Selfie. Sorrisi larghi così dei militanti che affollano a migliaia il sacro pratone, anche se la folla oceanica attesa non si è materializzata.

Il segretario della Lega cammina sul filo dell'equilibrista: «Questo governo durerà cinque anni, chi vuole prendere il nostro posto ripassi fra 10 anni», ma poi si schiera senza se e senza ma con l'amica appena arrivata da Parigi: «Fra Marine e Macron, Marine tutta la vita».

Tajani ha già detto che in Europa non si adatterà mai a governare con la destra francese e Meloni si è smarcata. I conservatori sono un'altra cosa, anche se ormai è caccia aperta ai voti del prossimo Europarlamento: c'è chi punta su Parigi e chi va a Budapest.

Lui mette a posto il puzzle, almeno per oggi: «Matteo a Pontida e Giorgia a Lampedusa sono la sintesi di un obiettivo e di un destino comune. Non riusciranno a dividerci».

Però poi indica la sua ricetta per togliere il bastone del comando ai socialisti: «Abbiamo in Italia e in Europa una sinistra che va a rovescio. Fra banchieri e operai sceglie i banchieri, fra le multinazionali e gli artigiani non sceglie gli artigiani».

È il modo con cui il vicepremier introduce una sorta di decalogo del sovranismo e va all'attacco dei progressisti, di quelli che fra Roma e Strasburgo vogliono imporci la carne sintetica, la casa green e l'auto elettrica Made in China. «Noi non vogliamo ritrovarci disoccupati alla guida di auto elettriche cinesi», spiega il ministro delle Infrastrutture che se la prende in ordine sparso con l'Islam, nella sua versione intollerante, con gli ambientalisti da salotto, con il finanziere Soros che «vuole annientare le identità» dei popoli, evocato dalla coppia Le Pen-Salvini, e «fare un'unica, indistinta marmellata». Bordate su bordate per marcare un'identità che oggi appare più a destra di quella meloniana, stretta nella grammatica di governo.

Va giù duro il Capitano: «Vivono su Marte coloro che a Bruxelles pensano di reintrodurre il Patto di Stabilità, tutto tagli, rigore e sacrificio. Non è il momento di chiedere ulteriori sacrifici a chi ne ha fatti abbastanza. Abbiamo dovere di cambiare questa Europa».

Tira aria di volata per le Europee dell'anno prossimo, ma il Salvini di piazza cerca di essere al tempo stesso rassicurante e inclusivo, naturalmente nel perimetro fortificato del centrodestra. Due brevi video ricordano Bobo Maroni e Silvio Berlusconi, il cui nome viene accolto da uno sventolare di bandiere, poi Salvini omaggia Umberto Bossi, «colui da cui è nato tutto e senza il quale non saremmo qui», e infine sembra parlare alla coalizione quando profetizza: «Il nostro destino è vincere». Poi ricomincia a martellare prendendosela con Richard Gere e chiudendo sui clandestini e Lampedusa. Su Gere è sarcastico: «All'udienza del 6 ottobre, guardando in faccia Richard Gere che arriverà da Hollywood, porterò il sorriso del popolo italiano e del popolo di Pontida. Richard, bacioni e se ti piacciono i migranti, apri le porte delle tue ville e portateli tutti a casa tua». Sui clandestini che riempiono Lampedusa: «Faremo tutto quello che è democraticamente permesso per bloccare un'invasione che rischia di essere disastrosa. Ogni mezzo che serve per fermare l'invasione deve essere studiato e se serve utilizzato».

Finisce con Matteo e Marine che addentano un panino alla salamella fra i fumi e i volontari in maglietta dello stand gastronomico.

Il Capitano, con l'immancabile camicia bianca, sorride soddisfatto, mentre comunica la sua adesione alla Dichiarazione dei popoli e delle nazioni, lanciata il giorno prima da Le Pen. Ci sarà una manifestazione dei partiti alternativi alla sinistra entro la fine dell'anno.

È il patto della salamella. Avanti con Giorgia, ma pure con Marine.

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