Guadagnare quattordicimila euro al mese e vivere in una casa popolare? Sembra incredibile, ma in Italia si può. Ancora più incredibile se a farlo è un parlamentare della Repubblica italiana, uno eletto con il «movimento dell'onestà», quelli della «lotta alla casta e ai privilegi dei politici», il Movimento Cinque Stelle. Il protagonista si chiama Emanuele Dessì, cinquantenne di Frascati che nel 2018 coglie al volo l'opportunità di sedersi su un seggio parlamentare e passare così da zero a 100mila euro di reddito. Fino ad allora Dessì viveva con la madre in una casa popolare a Frascati, dove erano vissuti a sua volta i nonni. Popolare si fa per dire, si tratta di un appartamento in pieno centro, nella zona più bella della cittadina davanti al Palazzo Vescovile, un appartamento che i Dessì hanno occupato per la cifra di sette euro (sette!) al mese di affitto. Quando Dessì, ex consigliere comunale a Frascati per il M5s, diventa un candidato ufficiale al Senato e viene fuori la notizia della casa popolare a quel canone ridicolo, scoppia un putiferio, i vertici annunciano provvedimenti, ma poi finisce a tarallucci e vino come sempre nel M5s, lui resta in lista e viene eletto al Senato. A quel punto ci si aspetterebbe che un senatore, con 5mila euro di indennità più altri 9mila di rimborsi mensili forfettari, molli l'appartamento e lo lasci a disposizione di famiglie in difficoltà che non possono contare come lui sul megastipendio pubblico. E invece no, Dessì non lascia, anzi è ancora lì dopo quasi tre anni, ad occupare lo stesso alloggio di edilizia residenziale pubblica, anche se nel frattempo ha avuto la decenza di rinegoziare il ridicolo canone di 7 euro mensili. Ma sempre tenendo occupato un appartamento destinato a persone in condizioni economiche disagiate, non certo ai senatori. Com'è possibile che a Dessì, con 100mila euro di reddito dichiarato nel 2020, non venga chiesto di lasciare quell'appartamento? Dal Comune non danno spiegazioni ufficiali, ma fanno sapere che «ha un regolare contratto, non sta facendo qualcosa di illegale». E ci mancherebbe pure che lo abitasse abusivamente. «Dal punto di vista tecnico ha diritto di stare lì, ma da quello etico la cosa è diversa, al posto suo io l'avrei lasciata immediatamente» commenta il consigliere comunale di centrodestra Mirko Fiasco. Gli attacchi arrivano anche dal centrodestra nazionale, dalla Lega con il deputato Matteo Bianchi e dal vicecapogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti («Lasci alloggio edilizia pubblica a chi ne ha bisogno»). Dessì poi è tra i promotori dell'emendamento M5s per tutelare gli inquilini che non pagano l'affitto, obbligando i proprietari a tenersi gli occupanti morosi con il blocco degli sfratti. Un esproprio che ha messo in ginocchio migliaia di piccoli proprietari.
In più di 350 hanno già scritto a Mattarella per chiedere di fermare questa violazione dei loro diritti, voluta dai grillini come Dessì. «C'è gente che rischia di finire in strada» dice lui. Ha un modo semplice per aiutarli: lasci la casa popolare ad una famiglia di sfrattati e se ne cerchi una nuova tra gli annunci immobiliari.
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