Senza velo a 13 anni: botte e coma

Aggressione fuori da scuola, arrestati tre minori islamici. Macron: "No a giustificazioni"

Senza velo a 13 anni: botte e coma
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Si truccava, si tingeva i capelli di rosso, vestiva all'occidentale. Anzi, «all'europea», come ha spiegato in lacrime la madre (nella foto), dopo la tragedia. Sua figlia Samara, francese, 13 anni, è stata infatti picchiata selvaggiamente appena uscita dalla scuola che frequentava a Montpellier. Un agguato da parte di un gruppo di minorenni, tra cui «una ragazzina velata». Alcune alunne musulmane da tempo «la chiamavano miscredente e puttana», racconta Hassiba Radjoul, la madre della giovane che aveva accolto le preoccupazioni della figlia e già denunciato i fatti alla scuola. Settimane di minacce, insulti e sputi da parte di certe compagne, a cui però, stando ai primi elementi, il dirigente non aveva dato davvero peso (sarà un'indagine amministrativa a stabilire se ci sono responsabilità). Infine, il dramma, martedì pomeriggio. Pugni e calci. Un'imboscata e una violenza tale che Samara, a terra, ha avuto le convulsioni prima d'entrare nel coma da cui è uscita solo ieri in ospedale e in stato confusionale. La procura non ha potuto ancora ascoltarla.

France Bleu ha raccolto la testimonianza di una studentessa che ha assistito all'aggressione: è durata «un'ora», fino «all'ultimo colpo, quando l'hanno fatta cadere e aveva il cranio insanguinato». Si scava sulla posizione della 14enne che avrebbe orchestrato l'assalto dall'interno della scuola. Avrebbe avvisato altri due ragazzini musulmani di 14 e 15 anni che l'aspettavano fuori. Tutti e tre fermati dalla polizia. Uno ha ammesso d'aver colpito Samara davanti al plesso Arthur Rimbaud per darle una lezione una volta per tutte. L'accusa della procura è tentato omicidio a danno di minore di 15 anni. Ma è bufera anche politica. Per il Ps, «è una vergogna, dobbiamo proteggere i cittadini dall'oscurantismo». Le Pen denuncia «l'islamismo che attacca i nostri figli» e un esecutivo che non dà seguito ai segnali d'allarme. Uno dei 3 fermati era già noto alla giustizia. Il presidente francese è tranchant: «Niente giustifica che una adolescente sia aggredita da coetanei, stiamo raccogliendo informazioni». Macron ha espresso «sostegno alla famiglia» chiedendo di stabilire la verità. Ma in una Francia sempre più scossa da attacchi islamisti alla laicità sui banchi: 336 a febbraio, in crescita esponenziale dopo il 7 ottobre. Non si vedono miglioramenti, ma autocensure e paura dei prof. Il dirigente scolastico sapeva infatti degli insulti in classe e del proselitismo, tanto d'aver concordato con la madre che Samara sarebbe rimasta all'interno del plesso finché non sarebbe andata lei a prenderla, dentro il cancello. Non aveva denunciato nulla in procura. Martedì un sorvegliante avrebbe infine dimenticato le indicazioni (se sarà confermato che ci sono state), lasciando uscire Samara e permettendo alla «pattuglia islamica» di entrare in azione. Da settimane la perseguitavano, racconta ancora la madre, musulmana, ma contro ogni pressione degli imam su abbigliamento e comportamenti. La ministra dell'Educazione annuncia un'inchiesta amministrativa.

Richiederà 8 giorni: «Voglio sapere tutto dei mesi e delle settimane precedenti, quel che è accaduto dentro e fuori - spiega Belloubet - dobbiamo la verità a Samara, stabiliremo le responsabilità e non mi tirerò indietro dal trarre le opportune conseguenze».

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