Per lo più anarchici a Milano, Forza Nuova ed ex Nar a Roma. C'erano loro in piazza, sabato, a infiammare la folla dei manifestanti no green pass. Pronti a cavalcare il malcontento contro l'obbligo del certificato verde. Quello che chiamano «passaporto schiavitù» e di fatto considerano un obbligo vaccinale.
È un malcontento che cova da settimane, sapientemente alimentato dai social e da appositi canali Telegram. Iniziative e mobilitazioni in tutta Italia, ogni fine settimana. Contro la «dittatura», come la chiamano loro. Ma mai, prima d'ora, il dissenso era degenerato come è accaduto nella capitale, tenuta sotto assedio per ore, con i manifestanti arrivati ad accerchiare Palazzo Chigi e a devastare la sede nazionale della Cgil. Un salto di qualità che lo stesso apparato di sicurezza non si aspettava. E che adesso fa temere per le prossime piazze, in vista del 15 ottobre quando scatterà l'obbligo di green pass nei posti di lavoro pubblici e privati. Gli arresti non basteranno a frenare il dissenso, anzi il Viminale e la presidenza del Consiglio temono un'escalation delle proteste e gli investigatori stanno cercando di fare terra bruciata intorno ai violenti. A Milano la manifestazione di sabato ha avuto risvolti meno drammatici, ma non sono mancati momenti di forte tensione e scontri con la polizia. Cinquantasette persone sono state denunciate e metà di esse sono riconducibili al mondo anarchico, il che fa ipotizzare una possibile saldatura tra la galassia dei centri sociali e il popolo dei No Vax e dei No Pass. Roma è stata invece tenuta sotto scacco dai manifestanti grazie al supporto dell'estrema destra. Dodici arresti sono già scattati. Ma Digos e Antiterrorismo stanno analizzando i filmati degli scontri per accertare le responsabilità di ciascuno e valutare altre condotte. Tra gli arrestati, oltre ai capi di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore e all'ex Nar Luigi Aronica, anche Biagio Passaro, che nella vita fa l'imprenditore nel settore della ristorazione, leader di «Io Apro», da tempo in prima fila contro le misure di contenimento anti Covid. Un ristoratore esasperato dai recenti lockdown, dunque, come tanti altri. Ma che sabato era tra la folla, a documentare la protesta in diretta Facebook. «Si sfonda la sede della Cgil», il video condiviso sulla pagina del movimento per mostrare la folla che saccheggiava l'ingresso del sindacato. La sua presenza tra le frange più esaltate conferma i timori degli analisti sulla composizione di questi cortei No Pass, dove accanto ai soliti professionisti dei disordini capaci di sfruttare l'inquietudine sociale, ci sono migliaia di persone nuove a proteste di questo genere, senza una militanza politica alle spalle, ma determinate a resistere in nome di quella che ritengono una battaglia di libertà. Pronte a non arrendersi di fronte a quelle che ritengono imposizioni del governo, anche a costo di combattere al fianco dei più agitati. Gente qualunque, arrabbiata e facilmente strumentalizzabile attraverso l'uso dei social.
Il ministero dell'Interno teme che la loro presenza in piazza possa alimentare ancora di più la protesta e rendere più difficile la gestione dell'ordine pubblico in vista dei prossimi appuntamenti.
Basta leggere il comunicato diffuso su Telegram da Forza Nuova: «Da domani, dal 15 ottobre, e fino a che il green pass non verrà ritirato definitivamente, la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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