Milano, Roma, Napoli, Palermo. Grandi città alla prova della fase 2. Tutte con allerta massima sui trasporti, bus e metro. L'attenzione è sulla tenuta del sistema, i controlli, gli assembramenti. «Non mi stancherò mai di ringraziare i milanesi per quello che stanno facendo», dice il sindaco di Milano, Beppe Sala. «Tranne quelli che si dimenticano di usare la mascherina quando sono in giro. Vedo ancora troppi che fumano o telefonano e l'abbassano, che la tengono sotto il naso perché dà fastidio, che corrono e non ce l'hanno. Ricordo che la mascherina è il nostro principale strumento per difenderci dal virus». Anche perché a Milano è obbligatoria sempre, come qualsiasi altro indumento che possa coprire le vie respiratorie. Sui mezzi vanno messi anche i guanti. Spera di non rivedere, il sindaco, scene come quella del bus sovraffollato alle 5 del mattino: «Noi cercheremo di fare il possibile e ieri ne ho parlato a lungo con il prefetto. Ma questa è una partita dove il comportamento vale 90 e il controllo vale 10». Atm schiera 300 controllori, segnaletica su vagoni e banchine e chiede per quanto possibile che si eviti di prendere i mezzi dalle 7 alle 9, e dalle 17 alle 19. Corse e orari oggi sono quelli di un normale lunedì lavorativo. Ma i mezzi potranno garantire circa il 25 per cento del solito.
Nella Capitale va tenuta «alta l'attenzione in vista delle riaperture. Il virus non è stato ancora sconfitto», dicono dalla Regione. Che per questo da oggi prevede mascherine obbligatorie nei luoghi chiusi e negli incontri all'aperto anche tra due persone. La sindaca di Roma Virginia Raggi ha firmato un'ordinanza che prevede che le spiagge siano chiuse fino al 17 maggio, ma viene aperta la pineta di Castelfusano a Ostia. L'appello alla responsabilità ma anche al governo perché si diano più poteri agli enti locali, soprattutto per «una rapida riattivazione degli appalti e dei cantieri. Per recuperare il terreno perso bisogna tornare a marciare a velocità doppia». Da oggi circoleranno almeno 1.300 autobus, fino all'88% del totale di Atac, la municipalizzata. Torneranno in strada 1,3 milioni di persone e 290mila potrebbero scegliere bus o metro. Un test per il quale i vertici della partecipata hanno scritto alla prefettura per segnalare le linee più a rischio assembramento.
A Torino è invece una fase 2 più prudente, unica del Piemonte a non sperimentare ancora il take away, rimandato di una settimana perché l'indice dei contagi impone ancora cautela. Ma ripartiranno le attività produttive, «torneranno al lavoro 80mila persone, si potrà finalmente vedere di nuovo i nostri cari, avremo qualche libertà in più per ciò che riguarda gli spostamenti - dice la sindaca Chiara Appendino - Ma nessuno pensi che sia un liberi tutti non lo è in alcun modo e d'altronde con i numeri che stiamo ancora vedendo non potrebbe esserlo». A Napoli, come nel resto della Campania, è cambiato tutto di nuovo. Non ci sono più le fasce orarie stabilite per fare attività sportiva, che sarà sempre possibile a tutte le ore ma con mascherina. Il sindaco Luigi de Magistris teme la «frenesia di riprendere la vita». «Ho chiesto al prefetto - dice - controlli rafforzati per evitare assembramenti, soprattutto nei parchi e presso le fermate del trasporto pubblico». Occhi puntati sulla stazione centrale per l'annunciato arrivo di treni carichi di persone che rientrano alle loro residenze dal nord: «Avevo chiesto ai presidenti di Regione di effettuare tamponi per tutti quelli che arriveranno da domani a Napoli, con qualsiasi mezzo, per raggiungere domicilio».
Resta l'obbligo per chi arriva di segnalarsi. Anche in Sicilia, dove invece treni e aerei restano a funzionalità ridotta proprio disincentivare gli spostamenti sull'isola. A Palermo per accedere a parchi e ville bisognerà prenotarsi.
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