Il salotto di Porta a Porta, con Bruno Vespa, ha riaperto le sue porte al confronto tra i leader di partito. Quella che viene considerata da tempo la terza camera del parlamento italiano, prima del voto del prossimo 25 settembre. Silvio Berlusconi, nell'intervista che andrà in onda questa sera, ha ribadito con fermezza tutti i punti del programma elettorale che ha presentato fin dall'inizio di questa campagna elettorale, in particolar modo la flat tax, che ha cominciato a studiare fin dal 1994 con l'ex ministro Martino. "Per noi deve essere una tassa al 23%, all'inizio perché poi si potrà scendere anche al 15% propugnato ora da Salvini", ha spiegato il presidente di Forza Italia.
Sistema fiscale e flat tax
Si tratta di una misura che potrà essere adottata quasi nell'immediato, come ha confermato l'ex premier, "perché porta immediatamente entrate allo Stato perché viene fuori a poco a poco tutto il Pil sommerso". La sinistra ha spesso attaccato la flat tax spinta dal centrodestra, adducendo ipotetiche incoerenze con la Costituzione ma, intervistato da Bruno Vespa, Silvio Berlusconi ha spiegato che "ci sarà come vuole la Costituzione un progressività perché accanto alla flat tax al 23% prevediamo una norma che esenti i redditi fino a 13.000. Chi prende 14.000 euro paga solo su 1000 euro. C'è dunque una convenienza anche per i redditi bassi e medio bassi".
Dalla flat tax dipendono anche altre misure, come per esempio l'aumento delle pensioni fino a 1000 euro: "Noi pensiamo che produca gli stessi effetti che ha prodotto negli altri stati, e quindi pensiamo di alzare a 1000 euro le pensioni di tutti gli anziani, dei disabili e di nonne e mamme. Tutte queste persone dovrebbero ricevere 1000 euro per 13 mensilità. D'altronde, oggi con meno di 1000 euro è impossibile vivere dignitosamente, soprattutto nelle grandi città".
Ma le imprese devono essere anche agevolate per le assunzioni dei giovani, "a cui dobbiamo dare delle serie opportunità di un lavoro stabile, propongo che le aziende che li assumono non debbano pagare tasse e contributi, ma anche quello che riceve il dipendente sia esattamente quello che costa all'azienda. Tale sarà la convenienza che avranno le aziende che assumono i giovani, che le assunzioni saranno moltissime". La previsione di Silvio Berlusconi è che le agevolazioni durino per due-tre anni.
Il sistema Ue
Sul funzionamento dell'Unione europea, Silvio Berlusconi ha dichiarato: "L'Ue va restaurata perché ci sono ancora molte cose che non funzionano come ad esempio il meccanismo del voto all'unanimità che va sostituito con quello a maggioranza qualificata. I cittadini devono poter eleggere il presidente della Commissione". Quindi, il Cavaliere ha aggiunto: "Ci sono cose indispensabili che chiedo da 20 anni, come la politica estera comune: l'Ue deve poter parlare al mondo con una sola voce e soprattutto le forze armate dei vari paesi si devono coordinare in modo che l'Ue potesse diventare una potenza militare a livello mondiale".
La coalizione di governo
Sulla tenuta della coalizione, Silvio Berlusconi non ha alcuni dubbio in caso di governo: "Siamo insieme da 28 anni, è nata un'amicizia personale e siamo sempre stati leali l'uno con l'altro: l'interesse del Paese è molto importante. Non possiamo venir meno al compito che gli italiani ci daranno di garantire che l'Italia si sviluppi al meglio". E poi, sull’ipotesi di presidenzialismo ed elezione diretta, il Cavaliere si è detto favorevole: "Noi pensiamo all'elezione diretta del capo dello Stato che sarà anche primo ministro, come avviene negli Stati Uniti. Lì il presidenzialismo funziona benissimo. Penso al modello americano anche per altri aspetti: tutti gli Stati americani hanno la massima libertà sulle questioni interne, come ad esempio nelle pene per i reati, ma hanno una unità assoluta per quanto riguarda la politica estera e la politica militare".
La guerra in Ucraina
In merito alla guerra in Ucraina, Silvio Berlusconi ha spiegato che, dal suo punto di vista, "Putin è caduto in una situazione difficile e drammatica. Dico che è caduto perché si è trattata di una missione delle due repubbliche filorusse del Donbass che è andata a Mosca ha parlato con tutti, con giornali, tv e ministri del partito". Poi, ha spiegato il Cav, "sono andati da lui in delegazione dicendo: Zelensky ha aumentato gli attacchi delle sue forze contro di noi ed i nostri confini, siamo arrivati a 16mila morti, difendici perché se non lo fai tu non sappiamo dove potremo arrivare. Putin è stato spinto dalla popolazione russa, dal suo partito e dai suoi ministri ad inventarsi questa operazione speciale".
Ma i piani non sono andati come si aspettava Putin: "Le truppe dovevano entrare, in una settimana raggiungere Kiev. Sostituire con un governo di persone perbene il governo di Zelensky e in una settimana tornare indietro. Invece hanno trovato una resistenza imprevista, foraggiata con armi di tutti i tipi dall'Occidente". Ma sulla possibilità che l'Europa invii ancora armi all'Ucraina il Cavaliere non ha avuto dubbi: "Assolutamente sì. Non possiamo in nessun modo e per nessuna ragione rompere la nostra partecipazione all'Europa, alla Nato, all'Occidente, agli Stati uniti".
Tuttavia, spiega il Cav: "La guerra dura da più di 200 giorni, la situazione è diventata molto difficile, io mi sento male quando sento parlare dei morti perché ho sempre ritenuto la guerra la follie delle follie".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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