Sicurezza, il Pd mette all'angolo Elly

I sindaci dem alla segretaria: sbagliato pensare sia un tema caro solo alla destra

Sicurezza, il Pd mette all'angolo Elly
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Toh, anche Elly Schlein scopre la questione sicurezza.

Dopo essere scesa in piazza a dicembre contro il ddl Sicurezza con centri sociali, Cgil, Arci, Rifondazione, Avs e Cinque Stelle, al grido di «arrestateci tutti», la segretaria dem avvia faticosamente quella che i critici interni definiscono «una piccola svolta, finalmente».

La pressione del «partito dei sindaci» e gli allarmi lanciati da padri nobili come Walter Veltroni e Paolo Gentiloni, ma anche da tanti dirigenti preoccupati di «regalare alla destra» un «tema prioritario per i cittadini», hanno prodotto un dietrofront della segretaria. Preoccupata per la breccia che si era aperta nel Pd, con molti amministratori locali che critici sulla linea di opposizione frontale al ddl Sicurezza: il governo fa «demagogia», diceva un appello (al partito) firmato da una ventina di sindaci lombardi di centrosinistra, che però si dichiaravano favorevoli ad alcune misure come quelle sulle «zone rosse», perché «la sicurezza non deve avere colore politico».

Il problema, confidano esponenti di vertice del Nazareno, è che «molti nostri amministratori aprono ad alcuni aspetti del ddl, e ci chiedono di non fare ostruzionismo e basta». Per cercare di arginare la faglia, Schlein ieri ha convocato una riunione riservata, con i membri della segreteria e con i responsabili di commissione che si occupano del ddl Sicurezza come Andrea Giorgis, Walter Verini e Alfredo Bazoli, e soprattutto con una nutrita pattuglia di sindaci dem. A cominciare dal torinese Lo Russo che è stato il più agguerrito, in questi giorni, nel sollecitare la svolta e una «nuova consapevolezza» nel Pd sulla «priorità» della questione: «Non dobbiamo avere paura di parlare di sicurezza e legalità», e di avere «una linea chiara» in materia. Sulla stessa lunghezza d'onda sono intervenuti Gualtieri (Roma), Lepore (Bologna), Manfredi (Napoli), Palazzi (Mantova), Funaro (Firenze) e molti altri: «Siamo in trincea, la sicurezza è centrale per i cittadini: dobbiamo farne una priorità, sia pur declinandolo in modo diverso dalla destra». Molti hanno riecheggiato il monito arrivato dall'ex segretario Veltroni: «La sicurezza è un problema che riguarda tutti, in particolare chi ha meno. Non capirlo significa rischiare di dar ragione a quella semplificazione ingiusta che identifica la sinistra con la Ztl». Con la richiesta al Pd schleiniano di «avere il coraggio» di fare della questione una «priorità». Concetti analoghi a quelli espressi da Gentiloni: «Occuparci di sicurezza non significa giocare in trasferta ma in casa: questo ci chiedono i nostri elettori, ma siamo ancora lontani».

Nel tirare le fila della riunione, Schlein ha promesso apertura alle istanze degli amministratori locali, assicurando che le loro istanze verranno tradotte in «proposte concrete» e nuovi emendamenti «costruttivi» al ddl. «Non inseguiamo la destra sul terreno sicuritario - ha detto la segretaria - ma bisogna ascoltare i sindaci, le nostre antenne nel paese. Bisogna far emergere una nostra idea di sicurezza, che tenga insieme prevenzione del disagio e presidio del territorio».

Del resto basta vedere cosa dicono gli amministratori locali del Pd, anche quando sono all'opposizione: pochi giorni fa, i consiglieri del Pd a Arezzo (amministrata dal centrodestra) denunciavano l'aumento

di «furti, rapine e atti vandalici che creano crescente insicurezza», chiedendo «azioni più efficaci» in materia di ordine pubblico. Se il sindaco fosse di sinistra e l'opposizione di destra, le parole non cambierebbero.

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