Si asciuga gli occhi umidi con il dorso delle mani, poi, come di corsa, tutto d'un fiato, dice a voce alta: «C'è qualcosa che vorrei si sapesse. E cioè che poteva finire peggio, molto peggio, che il fumo di stanotte poteva uccidere tanta gente, molta di più di quei poveri sei ospiti della casa di riposo. Io dalle finestre di casa mia li ho visti gli anziani che all'interno della Rsa si proteggevano gli occhi e la bocca con degli stracci bagnati e si muovevano come se annaspassero. I vigili del fuoco, i volontari della protezione civile e la polizia hanno avuto la prontezza di prendere in braccio i più deboli e la lucidità di far uscire piano piano, sulle carrozzine o sui deambulatori tutti gli altri... E così, nonostante quella disperazione e l'inferno che avevano intorno, li hanno calmati, consegnandoli nelle mani dei soccorritori delle ambulanze».
Vera V., 76 anni, alle 5.30 del mattino se ne sta in piedi sul marciapiede di via dei Cinquecento, periferia sud est della città, quartiere Corvetto, davanti alla Rsa «Casa per Coniugi», una struttura comunale con un totale di 210 posti letto che al momento del rogo ospitava in totale 167 persone (inclusi gli otto operatori facenti parte del personale e in servizio l'altra notte), gestita dalla cooperativa parmigiana «Proges» che controlla 300 strutture in 11 regioni e al Corvetto gestisce anche, nella vicina via dei Panigarola, la Rsa «Virgilio Ferrari». Capelli corti grigi, occhiali, dritta come un fuso, la testimone parla dell'incendio scoppiato circa quattro ore prima al primo piano della Rsa, quasi nel tentativo, nel mezzo di questa tragedia e per quel che è possibile, di ristabilire dei punti fissi, come la prontezza dei soccorsi. Sul posto, poco prima dell'una e trenta, dopo l'allarme lanciato telefonicamente da un operatore sanitario, sono arrivati oltre 40 vigili del fuoco con cinque autopompe e un'autoscala, 25 ambulanze, tre automediche. Non c'era però già più nulla da fare nella stanza 605 del primo piano per Nadia Rossi, 69 anni e la sua compagna di stanza la 86enne Laura Blasek, morte carbonizzate dopo che le fiamme si sono sviluppate proprio da uno dei loro letti (non è da escludersi l'ipotesi sigaretta a cui sarebbe seguito anche un cortocircuito) invadendo poi il corridoio del primo e secondo piano con il fumo e uccidendo per le esalazioni altri quattro ospiti della struttura: Paola Castoldi, 75 anni, Loredana Labate, 84, Anna Garzia, 85 e Mikhail Duci, 73 anni. Tutti gli altri anziani della «Casa per Coniugi» coinvolti nell'incendio, 81 degenti in tutto, sono stati soccorsi e portati in 15 ospedali milanesi e dell'hinterland: 16 di loro si troverebbero in condizioni più o meno complesse anche se nessuno corre pericolo di vita (la più grave è una donna portata al San Raffaele con grossi problemi respiratori ma che, con il passare delle ore, sembra si stia riprendendo), mentre altri 65 hanno riportato ferite lievi o sintomi da intossicazione leggeri. La struttura è stata completamente evacuata e dichiarata in parte inagibile, quindi è partita la caccia ai posti per ricollocare i sopravvissuti, molti dei quali hanno grandi difficoltà a deambulare.
Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, al termine del sopralluogo all'interno della Rsa, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, mentre il procuratore capo Marcello Viola, ha spiegato che al momento «non ci sono elementi per pensare al dolo». «Siamo profondamente addolorati per quanto è accaduto» dichiara Giancarlo Anghinolfi, direttore generale di Progres. Tuttavia, se come recitava un volantino firmato proprio dalla direzione della Proges e affisso sostengono fonti sindacali martedì scorso, ci sarebbero state «problematiche degli impianti di rilevazione fumi» e se sono veri i risultati del primo sopralluogo messo a punto ieri, a incendio domato, nella stanza 605 dal Nucleo Investigativo Antincendi (Nia) dei vigili del fuoco, allora la ricerca delle cause dell'incendio non dovrebbe rivelarsi complicata. Leggiamo infatti nel volantino, «Comunicazione presidio Antincendio»: «si informa che a causa di alcune problematiche degli impianti di rilevazione fumi delle due strutture, nel turno notturno 01:00 07:00 (ove cala il personale) sarà presente in struttura un addetto di un'azienda specializzata nella lotta antincendio ad alto rischio (si alterneranno due addetti)».
Stando a quanto emerso, gli operatori socio sanitari che lavorano nella struttura chiedono da tempo provvedimenti, nello specifico di incrementare il personale notturno, oltre che di intervenire per risolvere le problematiche agli impianti di rilevazione fumi.
Al loro fianco Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia in Comune: «Feci un sopralluogo nella struttura un paio di anni fa - spiega lui -, presentai un paio di interrogazioni e l'anno scorso avevo chiesto una commissione perché ciò che sostenevano gli operatori sanitari non combaciava con quanto mi riportava la direzione sanitaria della cooperativa Proges, anche per capire quali interventi manutentivi avrebbero dovuto essere attuati».
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