Resta alto il livello di guardia dopo la diffusione del contenuto di un volantino del Nuovo partito comunista italiano nel quale si mettono alla berlina quelli che vengono indicati come sionisti italiani. Quindi «fiancheggiatori della politica aggressiva» di Israele nei confronti del popolo palestinese. A ventiquattro ore di distanza resta blanda la reazione del mondo della sinistra, nonostante siano stati molti i protagonisti della vita politica italiana, da Ignazio La Russa a Maria Elena Boschi, che hanno chiesto una reazione concorde e unanime contro questa pratica terrorizzante che ricorda tragicamente i proclami dei brigatisti rossi negli Anni di piombo. Da Forza Italia a Fratelli d'Italia, fino ad Azione e Italia viva è stato espresso con fermezza lo sdegno per la lista di proscrizione, con tanto di solidarietà ai tanti che sono stati indicati per nome e professione come potenziali bersagli del disprezzo di chi lotta contro Israele e, in generale, contro ogni manifestazione di sionismo. Solo la sinistra latita. Se si fa eccezione di un comunicato dei parlamentari Cinquestelle della commissione Esteri e di una nota firmata, non a nome di tutto il partito, dai dem Ascani, Carè, De Luca, Fassino, Stefano Graziano, Guerini, Madia, Porta, Provenzano, Quartapelle, Alfieri, Camusso, Crisanti, Franceschini, Giacobbe, Malpezzi, Sensi, Zampa e Picierno, nella quale si annuncia una interrogazione alla Camera, al Senato e al Parlamento europeo per chiedere tutela per le persone coinvolte e ottenere dal Viminale la certezza delle persecuzione dei responsabili. Silenzio completo invece dai vertici di Alleanza Verdi e Sinistra.
Unica voce fuori dal coro
l'associazione Sinistra per Israele che promette: «Nessuna intimidazione potrà riportarci al passato. Questo episodio mostra come l'antisemitismo stia assumendo nel nostro paese tratti sempre più pericolosi e inquietanti».
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