La sinistra fa festa. Elly in prima fila e il "sogno rosso": lui e la Rackete all'europarlamento

Il ritorno in Italia di Patrick Zaki è un evento live, stile Grande Fratello, che tiene la sinistra incollata al web

La sinistra fa festa. Elly in prima fila e il "sogno rosso": lui e la Rackete all'europarlamento
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Il ritorno in Italia di Patrick Zaki è un evento live, stile Grande Fratello, che tiene la sinistra incollata al web. Dal check-in in aeroporto all'abbraccio con la piazza: Zaki, ormai perfettamente calato nell'abito della star, aggiorna Fratoianni e Bonelli passo dopo passo. Un evento di «portata storica» per la sinistra italiana, spiazzata forse dal risultato politico che a Roma raccoglie il governo Meloni con la conferenza su immigrazione e sviluppo con i capi di Stato delle Nazioni dell'Africa. Dal tardo pomeriggio di ieri Zaki è finalmente in Italia accolto dagli applausi. La sinistra studia una mossa per coinvolgerlo nella sua battaglia politica. Il Pd l'ha già inserito tra gli ospiti delle Feste dell'Unità. L'ala radicale di Fratoianni e Bonelli vorrebbe portarlo alla Camera in trofeo. A parlare di diritti (tra cui il salario minimo).

L'idea piace anche a Maurizio Landini della Cgil. Il sogno di tutti però è la coppia Rackete-Zaki al Parlamento europeo a Bruxelles nel 2024. Regole permettendo, Zaki non ha la cittadinanza italiana. Le trattative sono ben avviate. L'ex ministro Andrea Orlando plaude alla scelta di non accettare l'offerta del volo di Stato: «Credo che quando lo Stato riporta a casa Zaki fa il suo dovere, quando realizza una estradizione di un criminale fa il suo dovere, quando riesce ad assicurare alla giustizia fa il suo dovere. Le photo opportunity sono una cosa di troppo che andrebbero cancellate. Un Paese normale è un Paese nel quale quando si raggiunge un obiettivo si gioisce nell'insieme ringraziando tutti quelli che hanno contribuito ad ottenere quel risultato, non un Paese nel quale ci mette la faccia il ministro o il sottosegretario» dice l'esponente dem al «Caffè della domenica», su Radio 24. Il ricercatore egiziano ha detto no a Meloni e Tajani. Ma vorrebbe stringere la mano al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Potrebbe scapparci un incontro nei prossimi giorni.

Rifondazione Comunista non molla la presa e usa Zaki per attaccare il governo a testa bassa: «Un grande plauso a Patrick Zaki che, avendo rifiutato il volo di Stato e l'accompagnamento diplomatico, ci ha risparmiato l'ennesima passerella di Giorgia Meloni e del suo governo. Un atto di coerenza che gli fa onore due volte. La prima perché si smarca da un'operazione meramente propagandistica costruita ad arte sulla sua vicenda. Basti pensare allo scarso lasso di tempo passato tra la notizia della sentenza e la decisione della grazia. Tutto casuale? La seconda perché con tale vicenda si scambia la libertà di una persona detenuta ingiustamente con l'omertà su un nostro connazionale torturato e ucciso brutalmente dai servizi di sicurezza egiziani. Al di là delle chiacchiere del ministro Antonio Tajani, non è un mistero che il nostro Paese continui a fare affari d'oro con il governo egiziano che si è sempre rifiutato platealmente di collaborare con le nostre autorità per consegnare all'Italia i militari imputati per il sequestro, la tortura e l'omicidio di Giulio Regeni. Il governo Meloni ha un solo modo di dimostrare che quello che diciamo non sia vero: farsi consegnare gli imputati per l'omicidio di Giulio Regeni o interrompere immediatamente le relazioni diplomatiche ed economiche con l'Egitto».

Zaki è arrivato in piazza Maggiore con la fidanzata, la sorella e il rettore Giovanni Molari e ha incontrato il sindaco Matteo Lepore. In piazza il cinema all'aperto «Sotto le stelle del cinema» e centinaia di persone accorse a vedere il film «Lo spaccone». A sorpresa, si sono ritrovati sul palco l'attivista egiziano.

In serata la festa nel cuore di Bologna. Zaki è salito sul palco del cinema in piazza Maggiore a Bologna, salutato dal sindaco Matteo Lepore.

E la segretaria del Pd Elly Schlein, a sorpresa, si è seduta in prima fila. «Finalmente sono qui, sono molto felice, sono felice di essere in piazza Maggiore - ha detto - Questo luogo significa molto per me, per la mia libertà. Voglio ringraziare tutte le persone di Bologna».

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