La sinistra "rosicona" urla. Ma a comandare è la Cgil

Schlein e Conte vaneggiano su precari e povertà. E Renzi rispolvera la mancetta degli 80 euro

La sinistra "rosicona" urla. Ma a comandare è la Cgil

Riepiloghiamo. Per Elly Schlein il dl lavoro «è una sentenza di condanna alla precarietà». Giuseppe Conte dice che per il governo «la povertà è una colpa». Diversa la critica di Matteo Renzi, per il quale il centrodestra non sta tagliando le tasse a sufficienza. «Questo taglio di tasse, un taglietto, è molto più piccolo di altri interventi. Per esempio vi ricordate gli 80 euro?», attacca il leader di Italia Viva. Le opposizioni sono unite solo quando si tratta di sparare a zero sull'esecutivo di Giorgia Meloni. «Rosiconi», si dice a Roma.

M5s, Pd, Alleanza Verdi-Sinistra, Azione e Italia Viva hanno reagito subito con una batteria di dichiarazioni al decreto varato dal governo di centrodestra proprio nella giornata del 1 maggio, la Festa dei lavoratori. Il provvedimento ha oscurato i cortei dei sindacati e il tradizionale «concertone». Anche sul dl lavoro, ancora una volta è la Cgil a dettare i tempi ai progressisti. «È un pessimo lavoro perché è un decreto che aumenta la precarietà», ha denunciato dal palco del concerto romano di Piazza San Giovanni Maurizio Landini, segretario generale del sindacato rosso. Landini ha minacciato mobilitazioni: «Vedo di volta in volta provvedimenti che sono delle toppe. Se al 20 non avremo risposte decideremo come proseguire, non per andare in piazza ma per cambiare la situazione». I sindacati tracciano la strada, il Pd insegue. E infatti Schlein oggi sarà alla stazione Leopolda di Firenze, per partecipare al convegno della Filcams Cgil. Al fianco della segretaria dem ci sarà Landini. Il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia parla del dl lavoro come di «uno schiaffo alla povertà, un insulto al futuro dei giovani». Il parlamentare rinnega il Jobs Act della stagione di Renzi: «Se dobbiamo fare autocritica facciamola, ma Schlein era con la Cgil e con i sindacati a manifestare contro il Jobs Act». Gli altri fedelissimi della leader del Nazareno si appigliano al video in cui la premier Meloni ha presentato il provvedimento. «È stata una scena da Repubblica delle banane», si lascia andare Chiara Gribaudo, deputata e vicepresidente del Pd. «Meloni ha trasformato Palazzo Chigi in un set», rincara la dose il componente della segreteria dem Sandro Ruotolo.

Renzi invece fa un video per rivendicare i risultati del suo governo. «Ieri c'era questo video pazzesco da palazzo Chigi in cui Giorgia Meloni con fare solenne annuncia: Abbiamo tagliato 4 miliardi, sono 3 ma cambia poco, e questo è il più importante taglio di tasse sul lavoro degli ultimi decenni. Giorgia ma che stai a dì?», dice Renzi. Segue elogio del bonus degli 80 euro. Sullo sfondo c'è la competizione a sinistra tra il Pd e il M5s. Per Conte il decreto «è una restaurazione becera del Jobs Act di Renzi». Il capo dei grillini invoca la piazza: «Ritroviamoci tutti a giugno, vi forniremo le date, per manifestare contro questo governo, contro lo smantellamento del reddito di cittadinanza, contro il decreto precariato, a favore del salario minimo legale». Il Pd risponde alla sfida. «Chiederemo ai nostri iscritti di essere in campo, nel rispetto della rispettiva autonomia, al fianco dei sindacati nelle mobilitazioni», annuncia la responsabile lavoro dei dem Maria Cecilia Guerra.

«Saremo a fianco delle mobilitazioni sindacali», ha detto il 1 maggio Schlein. I pentastellati in blocco inveiscono contro il «dl precariato», mentre il Pd si prepara a dare battaglia sul salario minimo. «Rosicare» uniti, marciare divisi.

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