Per Gino Strada non ci sono differenze tra chi taglia le gole e chi bombarda coi droni. Dunque gli americani sono uguali all'Isis. Lo dice lui stesso, più o meno direttamente, in un'intervista al Fatto Quotidiano. Al giornalista che gli domanda cosa dovrebbe fare l'Occidente per rispondere alla minaccia dei terroristi jihadisti il fondatore di Emergency non dà una risposta precisa, ma solo un avvertimento: "Ogni volta che si decide di combattere una guerra - che significa andare ad ammazzare qualcuno - si peggiorano situazioni spesso già disastrate". E fa qualche esempio: "Non è bastata l'esperienza delle primavere arabe? Tre anni dopo cos'è rimasto? In Egitto si condannano a morte i civili a cinquecento alla volta. In Libia c'è una guerra civile di cui non frega niente a nessuno".
Poi, toccando l'argomento Isis, ammette: "Non mi illudo che sia democratico e liberale, figurati!" E spiega il suo ragionamento: "Ma in questo disastro c'è tutto il Medio Oriente, un'area completamente esplosa. Il punto è che quando uno decide di ammazzare qualcun altro la modalità è secondaria. C'è chi taglia la gola, chi usa armi chimiche, chi bombarda coi droni: ognuno con le sue armi cerca di fare la pelle a qualcun altro".
Strada è molto critico nei confronti dell'Italia, che ha deciso di armare i curdi. "Se io ragionevolmente credo che tu sia un pazzo scatenato, dal punto di vista della sicurezza del mio paese sono più sicuro se metto le armi in mano al tuo nemico o se non gliele do?". E vaticina uno scenario cupo per il nostro paese: "Se vogliamo che tra due anni qualcuno ci faccia un attentato, siamo sulla strada giusta".
Non dice però cosa bisogna fare.
Si limita a osservare che la guerra è sbagliata, mettendo tutto nello stesso calderone. In cui, inevitabilmente, finisce anche la guerra contro Hitler. Perché anche quella, in fondo, seguendo alla lettera il ragionamento di Strada, fu una guerra ingiusta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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