Siria, l'orrore continua Bombardato a Idlib l'ospedale dei bambini

Almeno due morti e diversi feriti nell'attacco alla struttura gestita da «Save the Children»

Francesco De Palo

Roma Orrore in Siria, con un ospedale pediatrico bombardato a Kafar Takharim, nella provincia di Idlib, unica struttura del genere nel raggio di 110 chilometri. Almeno due i morti e diversi i feriti, tra personale sanitario e parenti dei pazienti ricoverati. Uno choc per Save the Children, la ong che gestisce il nosocomio, che arriva a pochi giorni dall'iniziativa di Mosca che, assieme al governo siriano, ha lanciato un'operazione di soccorso umanitario ad Aleppo, stabilendo tre corridoi per i civili e uno per i militari con armi ed equipaggiamento. A lanciare l'allarme un tweet dell'Osservatorio siriano per i diritti umani che ha parlato di attacchi aerei da parte di caccia sull'ospedale e sulla sede della protezione civile. La clinica bombardata ospita 1.300 donne e bambini al mese e negli ultimi 30 giorni ha fatto nascere 340 bambini. Ignota al momento la provenienza dell'attacco, ma ciò che risalta è la localizzazione: la città infatti è controllata dai ribelli del Libero esercito siriano. Il raid ha centrato in pieno l'ingresso dell'ospedale rendendolo inutilizzabile e ha sfiorato l'edificio della Difesa civile, fazione di miliziani volontari che stazionano nelle zone controllate dalle forze anti Assad. «Sconvolti dalla notizia che un ospedale pediatrico che sosteniamo è stato bombardato. La violenza deve cessare», recita un tweet di Save The Children. Il tutto a poche ora da un raid - denunciato sempre dall'Osservatorio siriano - della coalizione pro-Usa che ha provocato 41 morti compresi 28 civili in attacchi sul villaggio di al-Ghandoura, nella provincia settentrionale di Aleppo, controllato dall'Isis. Un luogo significativo nella mappa della lotta al Califfato, perché si trova a poca distanza da Manbij, punto di forza dei jihadisti che nelle ultime settimane è stato costantemente assediato dalle Forze Siriane Democratiche (Qsd), composte da milizie prevalentemente curde ma che hanno assoldato esponenti assiri, turcomanni, armeni, arabi e circassi. Le Qsd, se da un lato contano sull'appoggio di Washington e alleati, dall'altro registrano il favore di Mosca, che incassa pure il via libera del governo all'accordo sul dislocamento del gruppo aereo in Siria, che la Duma dovrebbe ratificare presto. Proprio alla Russia l'inviato speciale Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha chiesto la delega per gestire in proprio il corridoio umanitario di Aleppo. «Abbiamo studiato l'iniziativa russa», ha detto, ma in attesa di ulteriori informazioni servono «miglioramenti», perché «l'Onu ed i suoi partner umanitari sanno cosa fare, hanno esperienza ed è il nostro lavoro». Uno stallo da cui si potrebbe venire fuori se Washington aprisse all'idea di rafforzare la collaborazione con la Russia sulla Siria, come osservato pochi giorni fa dal National Interest, che ha fatto filtrare anche i dettagli di questo (ipotetico) accordo.

Gli Usa, come ultimo atto dell'amministrazione Obama, proporrebbero alla Russia la gestione comune di un centro di coordinamento per la campagna aerea antiterrorismo, a patto che Mosca convinca il presidente siriano Assad a interrompere i raid sugli opposizionisti. Ma non sarà facile, scrive NI, perché «qualsiasi scambio con la Russia potrebbe irritare molti funzionari americani del Pentagono, del dipartimento di Stato, e dei servizi segreti».

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