Il Mes è (già) stato approvato: che cosa può succedere adesso

I ministri 5 Stelle hanno dato l'ok con un voto unanime: adesso sono convinti che il fondo salva-Stati sia conveniente e senza condizionalità

Il Mes è (già) stato approvato: che cosa può succedere adesso

Probabilmente la coerenza non è ben accetta in casa Movimento 5 Stelle, così come dimostrato dalle infinite giravolte effettuate sui temi storici pur di restare incollati alla poltrona. E adesso prepariamoci all'ennesimo dietrofront. Su cosa? Sul Mes. Fino a qualche settimana fa veniva visto come uno strumento ormai superato e non moderno, una trappola dell'austerity che sottometterebbe l'Italia ai tecnocrati di Bruxelles. Ma a quanto pare ora sarebbe diventato un mezzo conveniente di cui il nostro Paese non potrebbe fare a meno. Strano, perché la posizione dei grillini era chiara: le "terribili" condizionalità nascoste ci costringerebbero a ritrovarci con una Troika alla porta.

Una tesi confermata da Vito Crimi la scorsa settimana. Lo stesso capo politico aveva ribadito la sintesi del Movimento 5 Stelle: "Ancora nessuno ci ha dimostrato che il Mes sia senza condizionalità". E perciò restava il veto: "È uno strumento inadeguato e che non va utilizzato". Peccato però che il fondo salva-Stati sia stato già promosso dal governo giallorosso: qualcuno dovrebbe informare Crimi che i pentastellati hanno riconosciuto che in fin dei conti accedere al Mes non sia un'idea malvagia. Lo hanno fatto lo scorso 6 luglio nel Consiglio dei ministri. Non al bar, ma in un luogo istituzionale di rilievo.

Quel documento approvato

A smascherare i 5 Stelle è stato Il Foglio: i ministri gialli (Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede, Stefano Patuanelli, Lucia Azzolina, Federico D'Incà, Nunzia Catalfo, Riccardo Fraccaro, Paola Pisano e Sergio Costa) hanno approvato il Programma nazionale di riforma con una scheda tecnica particolare che conferma che il Mes non presenta condizionalità preoccupanti. Mancava solo il ministro Dadone, ma comunque il Meccanismo europeo di stabilità è stato promosso con un voto unanime di tutta la compagine di governo. Ecco spiegato il motivo per cui nelle ultime ore si registra un grande ottimismo da parte del Partito democratico, sempre più convinto di riuscire a sbloccare la pratica.

Lo scorso 6 luglio Roberto Gualtieri ha portato in Cdm lo schema del Pnr: 133 pagine per tracciare la strada dell'esecutivo nel triennio 2021-2023. Nel documento di rilancio del Paese viene scritto che l'Italia può godere di una serie di risposte fornite dall'Ue per reagire ai danni provocati dall'emergenza Coronavirus. Un esempio? La linea di credito Pandemic Crisis Support del Meccanismo europeo di stabilità. Per introdurla è stato addirittura specificato che si tratta di una "importante iniziativa".

La descrizione del Mes poteva concludersi in maniera semplice, ma il ministro dell'Economia e il premier Giuseppe Conte avrebbero accettato che nella scheda tecnica venisse aggiunto un dettaglio mica da poco: "La condizionalità si limita alla documentazione delle spese sanitarie dirette e indirette, che dovranno essere dettagliate in uno specifico piano per ciascun paese richiedente". Improvvisamente il fondo salva-Stati è diventato una grande opportunità, senza trucchi, senza giochini e senza Troika.

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