Solidarietà in ritardo per la 13enne di Melito

Il ministro Boschi a Reggio Calabria per affrontare il caso della ragazzina stuprata dal branco nell'indifferenza del paese. Ma perché non ha partecipato alla fiaccolata?

Solidarietà in ritardo per la 13enne di Melito

C’è un giorno per tutto. Anche per la solidarietà politica. In una giornata afosa, e in una piazza disinteressata e disattenta, il ministro Maria Elena Boschi imbocca il portone della Prefettura di Reggio Calabria, per incontrare le massime autorità regionali e cittadine. Intorno al grande tavolo del salone del primo piano i rappresentanti politici e istituzionali, che si sono riuniti per trattare il caso più scottante e drammatico degli ultimi giorni: lo stupro perpetrato per anni ai danni di una bambina, nel silenzio omertoso e complice di chi sapeva e taceva.

Fin qui, è cronaca normale, quasi banale. Ma come mai solo oggi il ministro Boschi si è tuffato a pesce sulla vicenda? Non era già assurta ai (dis) onori della cronaca, la triste storia della piccola violata, quando Maria Elena Boschi ha partecipato da ospite d’onore alla festa reggina dell’Unità? Proprio nel giorno, peraltro, in cui la società civile, il mondo delle associazioni (in verità poche persone) manifestavano con una fiaccolata “silenziosa” per le vie di Melito Porto Salvo il proprio dissenso e dolore. Non una parola, invece, da parte del rappresentante del governo Renzi, in quell’occasione, sulla sfortunata vittima di cotanta barbarie.

“Non è il momento di fare polemica. Io sono venuta qui, oggi, per dare un segnale vero, pratico, concreto. Non ho cercato visibilità”.

Risponde piccato il ministro, uscendo velocemente dal Palazzo del Governo, alla domanda del perché solo oggi e non prima. Lenta ed evasiva, dunque, la risposta ad una precisa domanda che non era solo del cronista, ma di tutta la gente di Calabria.

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