Il sorpasso "spaziale" dell'Italia sulla Francia

Allarme dei sindaci di Tolosa e Cannes: grazie anche al Pnrr sarà della Penisola il primato Ue nel settore

Il sorpasso "spaziale" dell'Italia sulla Francia
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Il governo Meloni mette le ali alla «space economy» italiana. E a dirlo sono addirittura i cugini francesi, da sempre leader di settore, e ora spaventati dall'avanzata di Roma. Un probabile sorpasso che potrebbe seriamente minare la «grandeur» d'Oltralpe.

La previsione è scritta nero su bianco sulle colonne de La Tribune, in un'intervista a David Lisnard e Jean-Luc Moudenc, sindaci rispettivamente di Cannes e di Tolosa (due città molto esposte nell'aerospazio per la presenza di gruppi come Thales e Airbus). I due primi cittadini parlano chiaramente «di un probabile sorpasso dell'Italia ai danni della Francia per la crescita del settore aerospaziale sulla scia di massicci investimenti destinati».

Numeri alla mano, l'Italia ha impegnato oltre 7 miliardi e vede in prima fila aziende come Leonardo, Avio. Thales Alenia e Ohb Italia. Circa 2,2 miliardi allo spazio sono stati impiegati nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che investe massicciamente nelle infrastrutture e tecnologie satellitari (con la creazione di una fabbrica di integrazione satellitare a Roma e il progetto Città dell'Aerospazio a Torino), a grande beneficio delle esportazioni e di nuovi contratti per i suoi produttori. Ci sono poi altri 4-5 miliardi di fondi allocati sui programmi spaziali come quelli ESA (Agenzia Spaziale dell'Unione europea).

Uno dei primi provvedimenti del governo, con il ministro delle Imprese delegato alle politiche spaziali, Adolfo Urso, fu quello di aumentare proprio quest'ultima cifra portando l'Italia ad essere il secondo contribuente dell'Unione europea dopo la Germania e a pari merito con la Francia.

«Di questo passo, l'Italia supererà presto la Francia nella corsa ai satelliti, cosa totalmente impensabile fino a solo dieci anni fa», insistono i sindaci transalpini, che puntano invece il dito sulle scelte di Parigi: il primo trimestre del 2023 «è stato caratterizzato da diversi allarmi sullo stato dei produttori francesi del settore spaziale».

A confermare il nuovo ruolo dell'Italia è anche l'Agenzia spaziale italiana. «Le tante risorse stanziate in ambito nazionale unite ai fondi del Pnrr dedicati allo spazio stanno facendo registrare una forte espansione e crescita in tutti i campi del settore», spiega il presidente di Asi, Teodoro Valente secondo cui «non sono solo i programmi di investimento nelle tecnologie satellitari e nei processi di fabbricazione digitale il fiore all'occhiello delle strategie italiane: le iniziative sono numerose e spaziano da aspetti normativi, la prima legge quadro italiana sullo spazio dello scorso giugno, alla costituzione della Fondazione AI4Industry, che ha tra i primi settori di intervento l'aerospazio». Si aggiungono, spiega ancora Valente, «i programmi per l'economia in orbita - servizi e misure di sorveglianza - e il potenziamento delle basi dell'Asi, tra cui Matera per il tracciamento dei detriti, e Malindi in Kenya. Un impegno a 360 gradi, in attesa del prossimo ritorno al volo di Vega C per l'accesso autonomo allo spazio». Un business esponenziale che solo per quanto riguarda il mercato dei servizi di Osservazione della Terra ha raggiunto in Italia nel 2023 un valore complessivo di 230 milioni di euro, registrando un incremento del +15% rispetto al 2022.

Secondo Morgan Stanley e Ubs, la

Space Economy arriverà a toccare nel 2040 il valore di 1 trilione di dollari a livello mondiale. L'intero comparto risulta per ora formato da 130 agenzie governative, 150 centri di ricerca e sviluppo e ben 10mila aziende.

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