Sostegno alle aziende: solo il 18% delle perdite

Una cifra che, in tempi normali, equivale a un paio di maxi manovre sui conti pubblici. Ma che, calata nella realtà dell'Italia ai tempi del Covid, copre appena una frazione delle perdite registrate dalle aziende italiane nell'ultimo anno.

Sostegno alle aziende: solo il 18% delle perdite

Una cifra che, in tempi normali, equivale a un paio di maxi manovre sui conti pubblici. Ma che, calata nella realtà dell'Italia ai tempi del Covid, copre appena una frazione delle perdite registrate dalle aziende italiane nell'ultimo anno. Gli aiuti erogati dagli ultimi due governi a imprese e lavoratori autonomi ammontano a 64,7 miliardi di euro. Si tratta, di risorse che devono in parte ancora essere erogate, ha osservato ieri il centro Studi della Cgia di Mestre, che ha quantificato le risorse già arrivate a destinazione in 27 miliardi euro.

Considerando anche le somme ascrivibili al decreto Sostegni e alla legge di Bilancio del 2021, gli aiuti alle imprese arrivano appunto a 64,7 miliardi. «Un importo molto rilevante», ma se rapportato «ai circa 350 miliardi di euro di contrazione del fatturato registrato dalle aziende italiane nel 2020, compensano solo il 18,5 per cento dei mancati ricavi totali». Al di sotto della linea di galleggiamento, quindi. Tanto che gli artigiani chiedono al governo Draghi di «cambiare registro».

Quello che è stato fatto rischia di non bastare. La Cgia entra nel dettaglio del primo provvedimento economico del governo in carica - il decreto Sostegni - simulando gli importi dei contributi a fondo perduto. «A un bar che nel 2019 ha fatturato 90 mila euro e a causa della pandemia l'anno scorso ha perso il 50% del fatturato, l'importo che verrà riconosciuto nelle prossime settimane sarà di 2.250 euro, praticamente il 5% della perdita». Sotto la media dei ristori, insomma. Male anche il turismo: «A un'agenzia di viaggi che nel 2019 ha registrato un fatturato di 200 mila euro e nel 2020 perdite dell'80% verrà riconosciuto un rimborso di 6.667 euro, pari al 4,2% del mancato fatturato». La lista dei ristori insufficienti continua con un albergo «che nel 2019 ha fatturato 500 mila euro e nel 2020 ha visto contrarsi lo stesso del 60%, riceverà 10 mila euro, coprendo il 3,3 per cento delle perdite».

Il settore dello sport, che soffre fin dall'inizio della pandemia viaggia su percentuali ancora inferiori. Una piscina o una palestra «con un fatturato di due milioni di euro e un calo del medesimo registrato nel 2020 del 75%, porterà a casa 37.500 euro» Il 2,5% della perdita subita.

La quota di perdite coperte dagli aiuti di stato cala ancora nella produzione. «A una azienda tessile con un fatturato 2019 di 7 milioni di euro e una perdita avvenuta del 35%, verrà riconosciuto un indennizzo di 40.833 euro». L'1,7%% delle perdite.

Il decreto Sostegni è stato approvato, ma le categorie sperano in correttivi durante l'iter della conversione. Il governo si ritrova a fare fronte ai costi delle ultime restrizioni di Pasqua e all'eventualità di prolungarle anche oltre le feste. Con spazi finanziari per erogare aiuti sempre più risicati. Ieri l'Osservatorio dei conti pubblici italiani (Cpi) dell'Università Cattolica di Milano coordinato da Carlo Cottarelli ha calcolato che la seconda e la terza ondata di Covid-19 hanno peggiorato le prospettive per l'economia. La crescita del Pil nell'anno in corso potrebbe fermarsi al 3,5 per cento e il deficit raggiungere il 10,2 per cento del Pil (175 miliardi) e il debito sfiorerebbe il 160% del Pil. Un po' per il peso del decreto Sostegni, un po' per il rallentamento della ripresa. A fine anno il governo prevede di interrompere gli aiuti straordinari all'economia.

Poi, come ha ricordato ieri il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni, i Paesi con un alto debito pubblico dovranno occuparsene. Il rischio, insomma, è che il rubinetto degli aiuti, scarsi, si chiuda.

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