Già in mattinata dai giardini del Colle, tra un selfie con gli azzurri e la consegna del tricolore per Parigi, Sergio Mattarella lancia il suo messaggio ai grandi della terra. «L'assemblea delle Nazioni Unite ha chiesto una tregua olimpica, sul modello dell'antica Grecia. Non so se avverrà perché si scontra con l'ottusità di chi questa guerra l'ha voluta è scatenata». Quindi, spiega il capo dello Stato, speriamo pure, tutto serve, gli atleti porteranno lo spirito «di convivenza, amicizia e cooperazione», però non facciamoci troppe illusioni. E lo stesso concetto il presidente lo esprime a fine giornata durante il pranzo del G7 nel castello di Federico II a Brindisi: la Russia è l'aggressore, l'Occidente non può cedere «alle revanche neo-imperialiste» di Mosca, continuiamo a sostenere Kiev. Che è la linea anche di Palazzo Chigi.
Mattarella resta in Puglia poche ore, il tempo di ospitare i leader al ricevimento ufficiale e di avere diversi incontri informali ma significativi, in particolare con Macron, Scholz e von der Leyen. Joe Biden salta invece la cena, e subito si scatena una ridda di ipotesi. Si parla di irritazione americana per la mancanza di riferimenti espliciti al diritto d'aborto nel documento del vertice, in realtà il presidente Usa è stanco. «È affaticato per gli impegni che ha dovuto affrontare ultimamente», precisano dalla Casa Bianca. E anche il Quirinale sgonfia sul nascere la polemica: nessun incidente politico, dicono, pure a Parigi qualche giorno fa era assente al pranzo della commemorazione dello sbarco in Normandia.
Insomma, spiega la portavoce di Biden, Karine Jean-Pierre, «saranno due giorni zeppi, non ne farei un caso se si rinuncia a una cena». Del resto, come puntualizza lo stesso Mattarella, i rapporti tra le nazioni del G7 sono ottimi. «Questo è un insieme di Paesi uniti non soltanto da un elevato livello di sviluppo e di reddito, ma anche e soprattutto di valori. Chi siede a questo tavolo - dice durante il brindisi - si riconosce nei principi dello Stato di diritto, della democrazia, del rispetto della persona e della cooperazione internazionale».
Tutte cose che sembrano crollate dopo l'invasione dell'Ucraina. «Il 24 febbraio 2022, la Russia si è assunta la responsabilità di riportare la guerra in Europa. I fantasmi del passato sono riapparsi e le regole della convivenza hanno lasciato il posto a conflitti. Si stanno aprendo spazi a neo-colonialismi e a neo-imperialismi». Sopraffazioni e «pulsioni autoritarie» aumentano nel mondo, con «conseguenze preoccupanti». Ora si tratta di prendere le misure necessarie, dalle armi, agli aiuti, all'utilizzo in favore di Kiev dei profitti degli asset russi congelati. I Sette trovano l'accordo. «Un segnale molto forte», lo definisce Ursula von der Leyen.
Poi l'altra data, il 7 ottobre 2023, con «il barbaro attacco di Hamas con l'uccisione di inermi cittadini israeliani e il disumano sequestro di ostaggi» che ha riaperto «una ferita che continua ad
essere alimentata dal macabro conteggio delle vittime civili palestinesi». Per Mattarella non c'è alternativa che riprendere i negoziati. Il G7, che non è più solo un esclusivo club economico per ricchi, se ne deve occupare.
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