Sulla Brexit non si torna indietro, ma con l'Europa si torna a parlar e questa volta per davvero. Il Regno Unito lascerà socchiusa la porta del Paese ai giovani che vogliono venire a lavorare o a studiare, se l'Europa farà lo stesso. La strada ora è lunga, ma questo è il messaggio uscito dalla conferenza stampa congiunta tenutasi ieri a Berlino tra il Premier britannico Kier Starmer e il cancelliere federale tedesco Olaf Sholz. Starmer sull'argomento cammina sulle uova per non innervosire elettori e membri del suo partito, e ce ne sono, a cui in teoria la Brexit è sempre piaciuta. È però una realtà che adesso il Paese fa fatica ad andare avanti senza la forza lavoro europea, soprattutto sotto i trent'anni. Così, come aveva lasciato intravedere fin dai primi giorni in cui era arrivato al n. 10 di Downing Street, ieri il Primo Ministro ha avuto il suo primo incontro ufficiale con il cancelliere tedesco per tentare di ricucire i rapporti estremamente danneggiati con l'Unione Europea, ufficialmente si trattava soltanto di un primo incontro bilaterale generico per discutere del rafforzamento delle relazioni tra Gran Bretagna e Germania, ma il piano che giace sotto la patina ufficiale è molto di più. Il Premier britannico ha dichiarato che il Regno Unito non ha intenzione di aderire al piano di mobilità per la gioventù europea - cosa che gli era stata proposta ed era stata esclusa anche in precedenza - ma, più tardi, lo stesso Starmer ha puntualizzato di non escludere di poter mettere a punto di poter partecipare a dei singoli programmi di scambio, ad esempio nel settore degli studi universitari. Se quindi non rivedremo subito gli atenei del Regno Unito partecipare nei prossimi anni al Programma Erasmus, è probabile che i loro nomi emergano nuovamente in altri programmi di scambio di studenti che coinvolgono sia studenti britannici che, per esempio, tedeschi o magari spagnoli. Certo, ora bisognerà procedere a incontri bilaterali, facendo intravedere le reali intenzioni, sottraendo piuttosto che aggiungendo. Alla domanda diretta dei media, se si sentiva di escludere per sempre di poter aderire a qualsiasi schema di mobilità giovanile che consentisse ai giovani europei di poter venir nel Regno Unito a vivere, lavorare e studiare per un periodo limitato di tempo, con diritti reciproci per i giovani britannici in Europa, Starmer si è limitato a dire: «Non lo escludo». Che è come affermare che in futuro potrebbe accadere. Anzi, è proprio questo che il nuovo Premier laburista vuole fare.
Ma per raggiungere un accordo su una nuova parziale libertà di movimento deve usare tutte le sue armi diplomatiche e parlare, come è avvenuto a Berlino, negli incontri bilaterali, di relazioni estese sulla difesa, la sicurezza, l'istruzione, lo scambio culturale e, naturalmente, di commercio». Soprattutto il commercio, il resto verrà.
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