«Stellantis ha un bilancio solido, una forte liquidità. Molte delle questioni aperte sono problemi operativi temporanei. Siamo, quindi, molto fiduciosi nella capacità del business di funzionare nel 2025 e in futuro». Doug Ostermann, nuovo direttore finanziario alla sua prima call con gli analisti dopo l'uscita di scena di Natalie Knight, ostenta sicurezza nel commentare i dati di un terzo trimestre che, come previsto, hanno delineato la situazione difficile in cui si trova il gruppo. Ricavi netti pari a 33 miliardi (-27% rispetto al 2023), risultato che Stellantis addebita alle «minori consegne e a un mix sfavorevole, oltre all'impatto dei prezzi e dei cambi». Per le consegne consolidate, infatti, il calo è del 20% su base annua: 1,148 milioni di unità con una perdita di 279mila veicoli.
La spiegazione: «Stellantis ha scontato la cessata produzione di diversi modelli per l'avvio della transizione del portafoglio prodotti a livello globale, la riduzione pianificata delle scorte in Nord America e gli impatti derivanti da un contesto di mercato europeo difficile».
Nessun accenno specifico all'Italia e agli stabilimenti in sofferenza, materia sulla quale l'ad Carlos Tavares continua a non dare certezze e che vede il ricorso massiccio alla cassa integrazione.
Sotto la lente, in particolare, i mercati Usa (-42% i ricavi) ed europeo (fatturato giù del 12%), entrambi sotto nuove guide operative. Oltreoceano, le vendite sono cresciute del 10% in ottobre rispetto a settembre, con una quota di mercato dell'8%, in aumento sul 7,2% di luglio. L'azione di Stellantis riguarda l'eliminazione delle scorte (oltre 50mila unità nel terzo trimestre e almeno altre 30mila a ottobre) grazie a forti sconti, in media dell'8%. Un analista, durante la call, ha fatto però presente che la prova del nove riguarderà le vendite dei veicoli a prezzo pieno. Negli Usa resta comunque aperto lo scontro con il sindacato Uaw che accusa il gruppo di non rispettare gli accordi sulle fabbriche.
Il piano prodotti, intanto, prevede di presentare una ventina di nuovi modelli entro il 31 dicembre: oltre 50mila le Citroën C3 ordinate, 75mila le Peugeot 3008, mentre la «compatta» Alfa Romeo Junior è a quota 10mila prenotazioni. E poi c'è la scommessa Leapmotor, il costruttore cinese di cui Stellantis ha acquisito il 21% per 1,5 miliardi, pronto a proporre i suoi modelli elettrici attraverso 200 concessionari in Europa. Quest'anno, nel Vecchio continente, Stellantis avrà un'offerta di 40 modelli a batteria, la maggior parte dei quali costruiti sulle piattaforme innovative e flessibili multienergy «che permettono di soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei clienti, adattandosi ai bisogni locali e regionali».
La nutrita gamma elettrica, nelle intenzioni di Tavares, servirà soprattutto a cercare di soddisfare le nuove norme Ue sulle emissioni di CO2 che, salvo ripensamenti (come chiedono gli altri costruttori, ma anche molti europarlamentari) entreranno in vigore nel 2025. Sulle casse del settore incombono sanzioni fino a 15 miliardi.
Ancora il cfo Ostermann: «Non voglio mettere in difficoltà il team fornendo un range molto ristretto e togliendo opzioni dal tavolo. Credo che con questa nuova squadra abbiamo molte opportunità».
Il punto, infine, sulla crisi Volkswagen, gruppo alle
prese con costi alle stelle, auto elettrica che non tira e crescente concorrenza cinese. La minaccia riguarda la chiusura di tre impianti in Germania. L'azienda sta cercando con il sindacato un accordo sul taglio dei salari.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.