"Stop a capo politico e Casaleggio". Ma è giallo sul documento grillino

Un gruppo di parlamentari pentastellati chiede un cambio radicale della struttura del Movimento 5 Stelle. Anche Di Maio messo all'angolo: "O fai il ministro o il capo politico". Ma il M5S smentisce

"Stop a capo politico e Casaleggio". Ma è giallo sul documento grillino

"Basta con la gestione di Davide Casaleggio. Ora Rousseau passi sotto il controllo del Movimento". Questa è la richiesta del quarto punto contenuto all'interno di un documento redatto da un gruppo di parlamentari grillini a Palazzo Madama: l'intenzione è quella di presentare il testo ai vertici per chiedere un cambio radicale della struttura. L'elaborato è stato presentato nel corso dell'assemblea dei senatori delle ore 15 e sarà portato alla congiunta di questa sera, al fine di raccogliere più firme possibili e far partire il dibattito. Emerge dunque un dato piuttosto eclatante: la riorganizzazione annunciata da Luigi Di Maio non è piaciuta agli eletti, che sentono ora la necessità di agire concretamente "prima che sia troppo tardi".

Stando a quanto appreso e riportato da Il Fatto Quotidiano, nel primo capitoletto viene precisato che tale operazione non intende in alcun modo "alimentare tensioni nella maggioranza e nel governo". Perciò è stata ribadita fortemente la fiducia nei confronti dell'esecutivo giallorosso, considerata la migliore opzione "per il Paese e per il M5S".

Di Maio sotto accusa

Nel secondo paragrafo ci si occupa della "necessaria revisione di organizzazione e statuto". Un colpo basso per il ministro degli Esteri, la cui ristrutturazione voluta meno di un mese fa rischierebbe ora di essere smontata. Viene infatti riproposto un "organismo collegiale e democraticamente eletto". In tal modo verrebbe abolita la figura del capo politico. Stop ai doppi incarichi: "Separare rigorosamente i ruoli di governo e i ruoli organizzativi". Esempio lampante è anche quello rappresentato da Fabiana Dadone, che contemporaneamente svolge il ruolo di ministro per la Pubblica amministrazione ed è membro dei probiviri.

Al terzo punto emerge la questione delle attività parlamentari: "Basta con i decreti al buio. È inaccettabile che il governo presenti provvedimenti su cui chiede la fiducia senza che i gruppi siano mai coinvolti veramente". Al quinto e ultimo capitoletto viene chiesto di riformare il sistema delle restituzioni, che recentemente ha scatenato una bufera all'interno del Movimento 5 Stelle. Non viene indicato "come" perfezionare il processo, ma ci si limita a sollecitare la formazione di un "comitato di garanzia" che abbia il compito di cambiare e migliorare il sistema. Nello specifico si vorrebbe togliere la gestione delle risorse all'oscuro comitato composto da Luigi Di Maio e da due ex capigruppo: il chiarimento dei compiti e dei ruoli sarà dunque un fattore primario della possibile - e imminente - rivoluzione grillina.

La smentita

Tempestivamente è arrivata la smentita da parte del Movimento 5 Stelle. In una nota del gruppo penastellato al Senato si legge che nel documento non è previsto né lo stop al ruolo del garante 5S né alla figura del capo politico. Nel testo sarebbe stata avanzata solamente la richiesta di dar vita a "un organismo collegiale democraticamente eletto".

Confermata, invece, la premessa: viene sottolineato che il contenuto "non possa in nessun modo alimentare tensioni nella maggioranza e nel governo di cui facciamo parte ed ai quali rinnoviamo la nostra completa fiducia e sostegno".

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