Foggia Un'altra carambola mortale, una nuova feroce tragedia su una delle strade che solcano il cuore della bollente Capitanata, terra di pomodoro, caporali e nuovi schiavi. È accaduto ieri pomeriggio nelle campagne di Lesina, provincia di Foggia, dove dodici braccianti africani hanno perso la vita sulla statale 16, all'altezza dello svincolo per Ripalta. Le vittime erano a bordo di un furgone con targa bulgara che si è scontrato con un Tir che procedeva sulla corsia opposta: è stato un impatto frontale violentissimo, come rivela il tappeto di lamiere rimasto sull'asfalto; altre tre persone sono rimaste ferite, compreso il conducente del camion. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri che hanno avviato indagini e hanno ricostruito la dinamica, in gran parte simile a quella dell'incidente che sabato scorso ha causato la morte di quattro extracomunitari.
È stata una strage. L'ennesima che macchia un'ampia fetta di Puglia, dove in questo periodo dell'anno si riversano migliaia di braccianti arruolati in un torbido ingranaggio a tinte fosche che si ripete ogni estate nonostante appelli e proclami: gente reclutata all'alba dal caporale di turno e lasciata per ore e ore a lavorare sotto il sole in cambio di una paga da fame, uomini e donne ammassati su furgoni sgangherati che fanno la spola tra le campagne e le baraccopoli ormai divenute ghetti smisurati non molto lontani dalle preziose distese di pomodoro. «Oro rosso», lo chiamano da queste parti. Un affare che si consuma sulla pelle di persone molto spesso senza documenti né speranze, un esercito di invisibili, fantasmi destinati inevitabilmente a finire nella rete dei caporali che gestiscono la manodopera clandestina approfittando del flusso continuo dei barconi da Libia e Tunisia verso l'Europa più vicina.
Erano braccianti di ritorno da una giornata nei campi anche i quattro africani morti sabato scorso nel tragico incidente tra Castelluccio dei Sauri e Ascoli Satriano, sempre in provincia di Foggia: avevano appena finito di lavorare, ma il furgone su cui viaggiavano si è scontrato con un tir. Centinaia di migranti si sono riuniti in assemblea e hanno proclamato per domani uno sciopero con una marcia che prenderà il via da Torretta Antonacci, là dove un tempo sorgeva il ghetto tra Rignano Garganico e San Severo. In quest'area fino a un anno fa avevano trovato posto oltre tremila persone, sparpagliate in baracche e rifugi ricavati con pezzi di lamiere arrugginite e vecchi materassi; poi, dopo una serie di incendi e le indagini sulle infiltrazioni della criminalità organizzata che fa soldi a palate anche gestendo brandine e distribuendo bottigliette d'acqua, è scattato lo sgombero disposto dalla magistratura.
La Regione ha messo a disposizione alcune strutture di accoglienza, ma la maggior parte dei braccianti ha preferito non allontanarsi e rimanere nei dintorni. Perché più forte della disperazione è il timore di perdere quelle interminabili ore di lavoro nelle torride campagne del pomodoro.
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