Le stragi del sabato sera non finiscono mai: morti in 12, tutti ragazzi

Auto nel fosso a Jesolo, 4 vittime. La superstite: «Speronati». Un fermo per omicidio stradale

Le stragi del sabato sera non finiscono mai: morti in 12, tutti ragazzi

Treviso Dodici morti lungo le strade d'Italia. Uno strazio. Tutti giovanissimi dai 14 ai 37 anni. Una vita davanti. Una vita troncata sull'asfalto. Riccardo Laugeni, Leonardo Girardi, Eleonora Frasson, Giovanni Mattiuzzo, Brian Merletti non ci sono più. I primi quattro erano amici, viaggiavano nella stessa auto, quando nella notte tra sabato e domenica la vettura è uscita di strada a Jesolo, finendo in un fossato pieno d'acqua. Brian invece, di anni ne aveva 28 e si è schiantato alle cinque del mattino, sempre a Jesolo, sempre tra sabato e domenica, mentre stava andando al lavoro. Lui era originario di Ascoli Piceno ed era impiegato come infermiere nel reparto Cardiologia dell'ospedale di San Donà di Piave nel veneziano. I primi quattro invece, tutti giovanissimi, dai 22 ai 23 anni, stavano rientrando da una serata passata nei locali del litorale jesolano. Normale per i giovani e i meno giovani del posto. Si fa così qui. Si va a Jesolo, si fa l'aperitivo in spiaggia, si mangia e poi si finisce la serata in qualche locale. Ma rientrando a casa, poco prima dell'una e mezza, la loro auto, forse cozzando su una colonnina dell'energia elettrica, è finita fuori strada. I quattro sono morti sul colpo. I primi soccorsi sono stati dati da alcuni turisti stranieri che erano di passaggio. L'altra ragazza che viaggiava con loro, di 22 anni, si è salvata ed è stata trasportata in ospedale in stato di choc. L'unica sopravvissuta. È stata lei a raccontare agli investigatori che la loro auto sarebbe stata speronata da un'altra, finendo prima in un campo e poi nel fossato. E infatti una Golf sarebbe stata segnalata per sorpassi azzardati e perché procedeva a zigzag sulla strada dove hanno perso la vita i quattro giovani. Una donna avrebbe segnalato ai carabinieri di aver visto un'auto, proprio in quel punto, sfrecciare a una velocità altissima. Gli investigatori sono riusciti a risalire al conducente. Si tratta di un giovane romeno che ieri dopo essere stato o sentito dagli uomini della polizia locale di Jesolo è stato fermato. L'accusa è gravissima: omicidio stradale plurimo e omissione di soccorso.

Ma le vittime di questa nottata tragica non finiscono qui. Altri morti a Cesena, a Forlì, a Genova e a Caserta. Sempre in questo maledetto week end. Sempre tutti troppo giovani. A Cesena i morti sono quattro. Avevano 14, 17, 19 e 37 anni, di origine romena e residenti a Forlì. I due minori erano fratelli. La loro auto si è ribaltata sempre in un fossato. Anche qui per i quattro non c'è stato nulla da fare. I vigili del fuoco non hanno potuto far altro che estrarre i cadaveri dalle lamiere. L'auto è irriconoscibile. E poi a Forlì, a Castrocaro, dove una giovane di 28 anni, poco prima delle tre, in sella al suo scooter ha perso il controllo ed è caduta. È morta per i traumi riportati alla testa. Ancora a Genova. Lungo l'autostrada A7, tra Genova e Bolzaneto un'auto con a bordo quattro ragazzi si è schiantata addosso alla barriera protettiva di cemento. Forse un colpo di sonno. O forse l'alta velocità. Mattia De Lorenzo, 19 anni, è morto sul colpo. Gli altri due ragazzi di 17 anni sono finiti in ospedale in codice rosso. Il quarto è rimasto illeso. In codice rosso anche un altro uomo.

Un quarantenne, sempre a Genova, nel quartiere di San Martino che si è schiantato con la sua auto. A Caserta infine. Antonio Rauso, 35 anni, ha perso il controllo della sua moto, forse a causa della pioggia che ha reso scivolosa la strada. È morto lì, sull'asfalto. Come tutti gli altri in questo drammatico week end.

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