"Conte 3 perché dura 3 mesi" ​La frase che abbatte Giuseppi

Al tavolo della trattativa è tutto un gioco di rinvii. Italia viva tira sempre più la corda per cambiare premier. "Se nasce il Conte 3, il 3 sta per i mesi di vita del governo", ironizzano nella maggioranza

"Conte 3 perché dura 3 mesi" ​La frase che abbatte Giuseppi

Strappo dopo strappo, il quadro è sempre più lacerato. Così l’accordo sul nuovo governo sembra sempre più lontano: per rammendare non basta il presidente della Camera, Roberto Fico. Serve un miracolo, o meglio una manovra politica: un nuovo nome per la presidenza del Consiglio da concedere a Matteo Renzi. Regalandogli la vittoria su tutto il fronte. Al tavolo del programma, infatti, si sta ripetendo la scena degli scontri vissuta nei Consigli dei ministri degli ultimi mesi. Con una tensione, peraltro, di gran lunga maggiore. “Più si avvicina la sintesi su un tema, più Italia viva tira la corda. Non solo sulla Giustizia, ma su qualsiasi argomento. Appena c’è il tentativo di trovare un accordo, loro si sfilano”, spiega a IlGiornale.it una fonte presente al tavolo della trattativa. “Questo comportamento – aggiunge– conferma la volontà di non chiudere alcuna intesa. Almeno per ora”.

Il ragionamento delle scorse ore si sta consolidando: il presunto confronto sui contenuti è solo una strategia dilatoria per accordarsi sui nomi. La partita si gioca su altri tavoli, insomma. In primis, sull’identità del presidente del Consiglio. “Renzi non vuole Conte. Punto. Era nei suoi piani, voleva cacciarlo prima possibile. Adesso vuole portare a termine il progetto, c’è poco da girarci intorno”, sintetizza un parlamentare di maggioranza. Che chiosa con una battuta: “Se nasce il Conte 3, il 3 sta per i mesi di vita dell’esecutivo…”. Per il premier dimissionario, dunque, il ritorno a Palazzo Chigi sarebbe precario, sempre ammesso che davvero ci rimetta piede. All’avvicinarsi del semestre bianco, e la conseguente impossibilità di un ritorno al voto anticipato, Renzi tornerebbe alla carica. “Direbbe che lui ha provato, ma proprio non è riuscito a cambiare le cose”, si ragiona a Montecitorio.

Qualsiasi premier, purché non sia Conte

Eppure all’interno di Italia viva circola un’altra analisi più prudente: “Se Conte fa partire un nuovo governo, al Senato i numeri della maggioranza possono crescere davvero. Il gruppo dei responsabili diventerebbe più consistente”. Finendo per neutralizzare i numeri dei senatori di Iv: un confinamento alla sostanziale irrilevanza. Renzi vuole evitare a ogni costo questo scenario, perché dovrebbe fornire delle spiegazioni convincenti della sua linea a chi gli è rimasto fedele in queste settimane, resistendo alle offerte provenienti da Palazzo Chigi in caso di sostegno al Conte 2. Cosa direbbe Renzi a questi parlamentari così leali? La promessa fatta era quella di stravincere. Così l’ex Rottamatore sta chiedendo ai suoi di rimarcare le distanze sui contenuti per aprire il fronte del premier. Una breccia che deve portare al risultato finale.

“Se a Renzi proponessero un altro nome per Palazzo Chigi, la sintesi sul programma si troverebbe in mezz’ora. Altro che Mes, prescrizione e Recovery plan”, analizza un deputato del Movimento 5 Stelle. A quel punto cosa accadrebbe tra i grillini? “Ci spaccheremmo ulteriormente. Concedendo una doppia vittoria proprio a Italia viva”. Per ora Renzi tiene coperte le carte dei nomi, come quelli di un profilo femminile, tipo Marta Cartabia. O come emerso nelle ultime ore l’identikit di un europeista, alias Roberto Gualtieri, che peraltro sarebbe espressione dei dem. La tempistica è, tuttavia, fondamentale: l’assalto va lanciato al momento giusto per aprire ulteriori crepe proprio nel Pd.

“In questa crisi di governo è in atto un regolamento di conto tra Pd e renziani, con l’anomalia che molti di loro sono tuttora nel Pd”, conclude un parlamentare. Un quadro di ceneri politiche. Senza che si intraveda alcuna araba fenice.

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