Luca Zaia non voterà per Roberto Vannacci: il generale se ne farà «una ragione». Anche perché la Lega arriverà a una «sintesi». Il giorno dopo la chiusura delle liste regala uno strappo tutto interno al Carroccio. Il governatore è lapidario: «Mi sentirei come un peccatore a votare qualcuno che non sia veneto». Una scelta identitaria. Il generale fa spallucce da Napoli, dove presenta il suo libro, tra gli ormai consueti tafferugli di chi protesta, arrivando a scontrarsi con le forze dell'ordine: «Vado avanti per la mia strada». «Non ti vogliamo», urlano i manifestanti. Dal corteo anti-generale sono partiti anche palloncini d'acqua. Le «discussioni» nel Carroccio sono «legittime» - continua Vannacci, che rivendica la natura non «divisiva» della sua «candidatura». Un passaggio sui locali che ospitano le presentazioni de «Il coraggio vince» e de «Il mondo al contrario»: «Sono minacciati». Il manifesto ideologico è sempre quello, e Vannacci lo spiega: «Da militare sono il primo pacifista, quindi auspico che la pace venga raggiunta con qualsiasi mezzo, soprattutto con la negoziazione, e mi adopererò perché questo obiettivo sia raggiunto». E vale sia per l' Ucraina sia per Gaza, specifica. E ancora l'«inutilità» di definirsi antifascista, per un periodo «finito 100 anni fa». Anche perché «non è richiesto da nessuna legge o norma».
Il presidente della Regione Veneto sottolinea invece come Vannacci non sia il capolista nella circoscrizione del Nord Est: «La Lega ha i suoi valori, il generale avrà i suoi». Anche l'altro governatore leghista del Nord, Massimiliano Fedriga, ha annunciato qualche giorno fa che non voterà per il candidato indipendente. La Lega delle origini e Vannacci, due modi d'intendere la politica che forse devono ancora amalgamarsi. Ma a contare, a giugno, saranno soprattutto le urne. In via Bellerio ne sono tutti consapevoli.
Repubblica prova a montare una polemica sulla presunta ineleggibilità di Vannacci nella circoscrizione del Centro, una delle due in cui l'ufficiale è capolista. L'altra è il Sud. Il motivo? Roma è il luogo dove il generale ha prestato servizio. Sarebbe dirimente. Ma l'articolo 1487 del Codice dell'ordinamento militare - quello di riferimento sull'argomento - non nomina l'elezione a parlamentare europeo tra le fattispecie per cui è prevista l'ineleggibilità. E infatti la Lega si dice tranquilla: «Non ci risulta». Lo stesso generale parla di «stupidaggini». «È applicabile per le amministrative, non per le Europee».
Il vicepremier e segretario leghista fa da scudo all'ufficiale nella trasmissione Mattino cinque news. La tesi di Salvini è che le parole di Vannacci sulla disabilità siano state «volutamente fraintese». I sondaggi danno ragione al leader del Carroccio e alla sua strategia elettorale. Per una rilevazione di Emg, la Lega, oggi, è quasi al 9%: 8.7%. È difficile non intravedere l' «effetto Vannacci». Quello che avrebbe dovuto apportare un contributo significativo alla Lega. E che per ora è confermato. Il sondaggio prevede che il Carroccio si confermi quale seconda forza della coalizione di centrodestra, e anche con un certo margine.
La campagna elettorale continua. L'ufficiale sarebbe dovuto andare a Cremona. Lo scopo adesso è diventato duplice: presentare i suoi libri, fare campagna elettorale. Ma i motivi di sicurezza spostano l'evento di venti chilometri. «Ecco la democrazia degli antifascisti», commenta il militare capolista al Centro e al Sud per le Europee.
Qualche settimana fa, si calcolava che la presenza in lista del generale potesse far crescere la Lega di 3 punti percentuali. Presto per fotografare il fenomeno. Di sicuro per le statistiche il Carroccio, con Vannacci, cresce.
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