«L'ho letto on line, quindi è vero». Nella testa di un 14enne funziona così: ogni contenuto su Internet viene assimilato, interiorizzato, compreso ciò che istiga all'odio razziale, al bello a tutti i costi, ai soldi facili, al «mi drogo allora sono figo».
Ma da martedì si cambia musica e vengono rafforzate le regole sul parental control sugli smartphone dei minorenni. In base alla delibera approvata a gennaio scorso dall'Autorità garante delle Comunicazioni (Agcom), sarà automaticamente impedito l'accesso a otto categorie di siti «inappropriati» su tutte le sim card intestate ai minori. Il blocco riguarda siti di pornografia, siti che istigano alla violenza, all'anoressia, al satanismo, all'abuso di droghe e alcol, che vendono armi che propongono l'azzardo. E sarà un modo per evitare che i ragazzini si riempiano la testa di contenuti malsani, morbosi, devianti.
La legge del 2020 per proteggere i minori dai rischi del web viene affinata e finalmente le «armi» per farlo sono totalmente gratuite, a prescindere dall'operatore che le fornisce: una differenza importante rispetto alla normativa originaria che mette finalmente ordine nella giungla delle tariffe.
In pratica, i genitori di minori non dovranno più procurarsi il parental control perché il controllo sarà preattivato al momento dell'acquisto della sim card destinata ai figli. I quali, una volta raggiunta la maggiore età, potranno disattivare il servizio e navigare liberamente facendo domanda al proprio operatore telefonico tramite Spid. Il servizio deve assicurare anche che le richieste relative ai domini associati al filtro vengano reindirizzate su una pagina web fornita dall'operatore, in cui si spieghi il divieto ai minori.
Il Garante ha scoperto che alcune società di telefonia non garantiscono il parental control oppure lo fanno a pagamento violando così platealmente le norme del 2020. Altro problema: alcune volte la famiglia doveva ricordarsi di attivare il blocco, che altrimenti non scattava. E l'estensione dei limiti cambiava infine da società a società.
Adesso invece l'accesso ai siti e contenuti pericolosi sarà impedito al minore intestatario della sim in modo automatico, senza che il ragazzo, un genitore, un fratello più grande debba fare qualcosa. Ed è l'AgCom a tracciare limitazioni, che saranno uguali per tutti gli operatori. La Società Italiana Cure Primarie Pediatriche della Lombardia stima che il 58,4% dei bambini tra i 6 e i 10 anni ha un telefonino. Tanti minorenni però usano uno smartphone con una sim che non è intestata direttamente a loro, ma ai genitori. In questo caso il blocco non è attivo, non è più automatico. Sarà il genitore ad attivarlo, se vuole, con quattro possibili modi. Potrà ricevere un pin di attivazione, una volta che la sim è operativa, ricevere sullo smartphone un codice riservato di attivazione (Otp), usare lo Spid o la sua pagina sul sito della società di telefonia.
Una misura necessaria, senza dubbio, ma incompleta. A sollevare qualche dubbio è Marco Camisani Cazolari, esperto di mondo digitale e inviato di Striscia la Notizia: «Ci sono diverse falle in queste nuove regole - sostiene - Innanzitutto il blocco riguarda solo i siti e non i social network, dove circolano materiali altrettanto inadatti ai minori. E per di più se il blocco viene effettuato sulla sim, vuol dire che se si naviga sotto wi-fi non c'è nessun limite.
Quello che sarebbe davvero utile per impedire la navigazione pericolosa ai minorenni sarebbe la scansione della carta di identità quando accedono a un sito, ovviamente con la garanzia che i loro dati non vengano salvati. Oppure, come avviene altrove, la scansione facciale per verificare l'età». Resta scoperto il capitolo, pericolosissimo ma sottovalutato, delle challenge di Tok Tok, spesso violente, disumane e irrispettose della vita.
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