Un piano d'azione per il Meridione, o un "masterplan" come lo chiama il presidente del Consiglio, arriverà soltanto a settembre, quando l'attività parlamentare tornerà nel vivo. Prima della legge di Stabilità, questa la tempistica che il Pd si è dato, per mettere in campo "una serie di proposte concrete".
La prima tappa del percorso, per Matteo Renzi, è la presidenza del Partito Democratico riunita questo pomeriggio, da cui non derivranno delle conclusione, ma che servirà a mettere le fondamenta del percorso da compiere.
"Un secondo momento di approfondimento durante la festa nazionale dell'Unità o il 5 o il 6". Questo chiede il premier, che torna a parlare della "retorica autoassolutoria del Sud abbandonato" che viene veicolata da "una parte dei dirigenti del Mezzogiorno" e "concorre alla crisi del Sud".
La preoccupazione del presidente del Consiglio dipende da quello che ritiene un dato oggettivo, ovvero "i numeri di crescita" registrati dal Nord Italia, a fronte di un Mezzogiorno che non riparte e di "una inversione di tendenza attesa da fin troppo tempo". Se ammette che "si vedono i primi dati positivi", li trova comunque "del tutto insufficienti".
A chi gli rinfaccia che per anni ci si è scordati della questione meridionale, Renzi risponde ammettendo che "dovevamo inseguire il problema della Lega al Nord, perché non vincevamo al Nord neanche col gratta e vinci. E così siamo riusciti a recuperare una parte di Regioni, una parte no". Rifiuta però l'idea che il governo non abbia fatto nulla e aggiunge che "non si può piegare il tema del Sud a fini correntizi".
Il premier rimarca che lo Sblocca Italia consentirà uno sviluppo necessario dell'Alta velocità.
"Non basta che si fermi a Salerno. Bisogna portarla a Bari e in Calabria". E si dice pronto ad andare con il governatore campano, Vincenzo De Luca, nella terra dei fuochi. "In tre anni andremo a togliere le ecoballe", assicura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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