Sugli ostaggi intesa possibile: scambi con 80 donne e bimbi

Mediazione orchestrata da Stati Uniti, Qatar ed Egitto. Le conferme di Netanyahu, le diffidenze dei palestinesi

Sugli ostaggi intesa possibile: scambi con 80 donne e bimbi
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Si apre uno spiraglio per la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas. A parlarne è il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un'intervista alla Nbc: «potrebbe esserci» un potenziale accordo, ha detto, rifiutando però di fornire ulteriori dettagli poiché rischierebbero di ostacolare i delicati colloqui per liberare le persone prese in ostaggio dal gruppo militante il 7 ottobre. «Meno ne parlo, più aumento le possibilità che si materializzi», ha precisato, e alla domanda se sappia dove sono tenuti gli ostaggi in questo momento, ha spiegato: «Sappiamo molto, ma non andrò oltre». Anche se Haaretz citando un funzionario palestinese sostiene che Hamas ha sospeso i negoziati a causa della gestione dell'ospedale al-Shifa a Gaza, il premier israeliano ha sottolineato come prima che iniziassero le operazioni di terra nella Striscia nessuna intesa era possibile, «poi le cose sono cominciate a cambiare», e qualsiasi accordo è «il risultato di pressioni militari». Netanyahu ha ribadito che «non ci sarà il cessate il fuoco» a Gaza senza la liberazione degli ostaggi: «Il nostro primo obiettivo è distruggere Hamas, il secondo liberare gli ostaggi. Con Hamas nessuno di noi avrà un futuro, è la battaglia della civiltà contro la barbarie».

Un funzionario dell'amministrazione americana, intanto, ha rivelato sempre a Nbc che si sta discutendo un accordo per il rilascio di circa 80 donne e bambini israeliani in cambio di donne e adolescenti palestinesi detenuti da Tel Aviv (e condannati per accuse legate al loro coinvolgimento in attacchi contro soldati o civili israeliani, soprattutto nella Cisgiordania occupata). Gli Stati Uniti, ha continuato la fonte, stanno esplorando anche altre opzioni, precisando che non c'è alcuna certezza che una di queste abbia successo. E in ogni caso, sebbene l'idea sia in discussione, un accordo non è imminente. Secondo funzionari israeliani, comunque, un'intesa potrebbe includere anche l'ingresso di carburante a Gaza. Anche il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, in un'intervista alla Cnn ha commentato le indiscrezioni dei media su un possibile accordo tra Israele e Hamas per uno scambio di prigionieri, affermando che «ci sono negoziazioni in corso sugli ostaggi che vedono coinvolti gli israeliani, il Qatar e anche l'Egitto». Sullivan è poi tornato ad affermare che «continuiamo a chiedere all'alleato, privatamente e pubblicamente, di non trasgredire le leggi di guerra: ogni vittima civile è tragica, israeliana o palestinese».

Stando a quanto riporta il sito Axios citando funzionari Usa, il consigliere di Joe Biden per il Medio Oriente, Brett McGurk, si recherà in Israele e in diversi altri Paesi della regione questa settimana per discutere della guerra a Gaza e degli sforzi per garantire il rilascio degli ostaggi. Prima McGurk dovrebbe fare tappa a Bruxelles per coordinarsi con la Nato e gli alleati europei, mentre martedì è previsto che sarà Israele e incontrerà Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e i capi dei servizi di sicurezza e della comunità di intelligence israeliani, come confermato da due funzionari dello Stato ebraico.

È in agenda anche una visita in Arabia Saudita, Giordania e Qatar (che sta svolgendo un ruolo chiave nella mediazione tra Stati Uniti, Israele e Hamas sulla questione degli ostaggi), e il prossimo fine settimana sarà in Bahrein per il dialogo di Manama.

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