Sul set abusi e veleni. Ed era carica per gioco la pistola di Baldwin

Con il revolver la troupe si divertiva al tiro al bersaglio. L'attore ora rischia due volte

Sul set abusi e veleni. Ed era carica per gioco la pistola di Baldwin

La domanda girava, qualcuno la sussurrava a bassa voce, altri si interrogavano muti, come se a chiedere si facessebrutta figura: perchè mai sul set di un film avrebbero dovuto circolare armi vere? Va bene la storia dell'urlo «cold gun», cioè pistola scarica che aveva dato il via libera alle riprese di Rust, va bene che ci fosse addirittura un'armiera, come si suol dire, alle prime armi insieme alla troupe e al cast, ma cosa ci fanno delle armi vere dentro una sparatoria finta? Perchè quando Alec Baldwin esce dalla chiesa ed estrae l'arma dalla fondina per fingere di ammazzare le comparse intorno a lui spara invece un colpo vero che uccide la direttrice della fotografia Halyna Hutchins e rompe la calvicola al regista Joel Souza dietro di lei? Adesso, forse, si sa. Per scherzo.

Sul set usavano le pistole finte per fare sul serio e le pistole vere per scherzare. Il sito Tmz citando fonti legate alla produzione della pellicola, ha ricostruito questa storia che non sta in piedi con un'ipotesi che sembra reggere. L'arma, caricata a pallettoni veri, era usata per gioco, per allenarsi al tiro al bersaglio, ben lontani dai ciak da qualche membro dello staff «a scopo ricreativo spiega il sito. Insomma macchinisti, assistenti di scena, comparse, elettricisti o aiuto costumisti facevano i pistoleri del west con la Colt caricata a pallottole detonanti, poi, a ricreazione finita, ripulivano l'arma e la riconsegnavano alla fiction, innocua e innocente. Ma stavolta non sarebbe andata così. Come nella roulette russa una pallottola, una sola, è rimasta dove non doveva essere più e la tragedia si è consumata in un amen. Secondo sempre una fonte citata dal sito, i poliziotti avrebbero trovato proiettili veri e a salve nella stessa area, altra spiegazione di come un proiettile vero avesse potuto finire nella pistola. É qui che il ruolo, vero, dell'armiera, la 24enne Hannah Gutierrez, che avrebbe preparato la pistola con la quale Baldwin ha ucciso la Hutchins, diventa drammaticamente cruciale. Lei insiste, come l'assistente Dave Halls, ferito pure lui, che ha materialmente consegnato il revolver a Baldwin, nel sostenere l'insostenibile e cioè che la pistola era «fredda», cioè caricata a salve. Halls, si legge nel rapporto dell'agente Joel Cano, dell'ufficio dello sceriffo della contea di Santa Fe, «non sapeva che l'arma era caricata con proiettili veri». Nè Gutierrez Reed nè Halls sono al momento accusati, ha precisato un portavoce dello sceriffo. Halls poi non se la passa bene a prescindere: secondo la Cnn, tre anni fa era finito sotto accusa perchè troppo disinvolto sia sulla sicurezza delle armi, che su quella del comportamento sessuale.

Ma che tirasse una brutta aria al Bonanza Creek Ranch, lo dicono anche altre cose. Alcune ore prima della tragedia, riferisce l'Ap, sette cameramen impegnati nelle riprese del film avevano lasciato il set in segno di protesta per le condizioni di lavoro, tra cui gli alloggi e la sicurezza. Tensioni sulla produzione del film, girato in New Mexico, erano iniziate fin dall'avvio delle riprese, i primi di ottobre. Anche per questo ora Alec Baldwin rischia sul piano legale.

Non l'accusa di omicidio, come detto non sapeva che la pistola era carica, a meno che non si dimostri che la maneggiasse in modo pericoloso ma come produttore se verranno accertate negligenze nella sicurezza in un ambiente già attraversato da tensioni. Un'arma, la sua, a doppio taglio.

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