Amara, drammatica, feroce, la fine del povero Kaos, il cane eroe di Amatrice e Rigopiano che, dopo aver riportato alla vita esseri umani schiacciati da eventi naturali, per mano umana è morto due giorni fa. Probabilmente avvelenato da un boccone, preso a tradimento da chissà chi. Il dolore di una comunità, l'empatia di un Paese intero per la perdita beffarda di questo angelo a quattro zampe, hanno visto scendere in campo perfino i rappresentanti di forze politiche e le maggiori istituzioni nella difesa degli animali. Ma c'è di più. C'è la proposta di «una medaglia al valore civile per il cane Kaos e il suo addestratore direttamente da parte del presidente Mattarella». L'ha riferito, in una nota, l'Associazione italiana Difesa animali e ambiente, tramite la responsabile di Aidaa Rieti Raffaella De Vita e la responsabile Aidaa Sicilia Cetty Tripoli. «La questione della morte del cane riporta alla luce il tragico fenomeno degli avvelenamenti di cani e gatti dichiara Lorenzo Croce, presidente di Aidaa che avvengono a un ritmo impressionante di oltre 140 animali al giorno, dei quali un terzo non sopravvive al veleno. Ma al momento c'è una scarsità legislativa in materia, che prevede pene lievi per coloro che detengono e usano il veleno (spesso tra l'altro composto da sostanze messe al bando dalla stessa Unione europea), oltre alla scarsità di mezzi a disposizione di chi dovrebbe certificare il veleno usato e a individuare i responsabili». E inoltre, come in una saga mitologica (del resto, il nome del pastore tedesco era Kaos, proprio la figura che nel mito greco dava origine al mondo), questo stupendo esemplare lascia un'erede importante. Una cucciola di tre mesi, sua figlia Kora, chiamata a prendere il suo posto nell'addestramento per il salvataggio delle vite umane.
Solo due settimane fa, Fabiano Ettorre, padrone e addestratore di Kaos, aveva pubblicato un annuncio su Facebook per far adottare la piccola Kora; poi, il ritrovamento del padre senza vita sul prato del giardino, la desolazione, la rabbia e lo sconforto profondi. E la svolta: Kora resterà con lui, e proseguirà il lavoro, la vera e propria missione del suo papà. Mettersi sulle tracce di persone scomparse, calarsi caparbiamente tra le rovine di catastrofi ove mai (e, si spera, mai) fosse necessario, sfidare il vento, il buio, tutto quello che terrorizza questo pianeta di bipedi impreparati e, a volte, capaci di tradire. Anche nelle modalità più malvagie.
Il patrimonio genetico della cucciola potrebbe favorire tutto questo. Patrimonio genetico che era stato, per Kaos, promettente fin dal principio. Nato a Roma, 3 anni e mezzo fa, Kaos era venuto al mondo in un allevamento di pastori tedeschi. Poi, a soli 45 giorni, la madre aveva smesso di allattarlo. E così l'allevatore, un amico di Ettorre, gli aveva espresso il timore che potesse non sopravvivere. «Ci siamo guardati, e ho detto tra me e me: Proviamo. Come va, va. ha raccontato l'addestratore . È andata bene. Piano piano, è diventato un cane con una forza paurosa e una grande voglia di vivere».
Erano davvero una famiglia da cinema: Kaos, la compagna Kira e la figlioletta Kora. Ettorre ha raccontato, in particolare, un episodio legato a Kira.
La femmina adulta di pastore tedesco che, dopo la sepoltura di Kaos, è riuscita a individuare il punto preciso in cui, sottoterra, riposava il compagno. E lì, senza cacciare un guaito, maestosa e addolorata, con la dignità e la grazia di una leonessa, è rimasta immobile. A cullare quel che restava, sul suolo, di una breve, intensissima vita insieme. Più che umana.
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