Emergono nuovi dettagli sull'ultimo scandalo sanità in Lombardia che ha portato all'arresto di 21 persone, tra cui il consigliere regionale della Lega Fabio Rizzi. L'accusa è associazione a delinquere e corruzione. Ora si apprende che per pagare il mutuo di 5.000 euro Rizzi contava sulla realizzazione di un ospedale pediatrico in Brasile. Un progetto che, secondo la ricostruzione della Procura di Monza, era solo di facciata istituzionale, ma in realtà sarebbe servito a Rizzi e al suo "braccio destro" Mario Longo "al solo scopo di trarre profitti personali, mascherati con compensi per consulenze o a prestanome, garantendo gli interessi di consulenze private e arrivando a lucrare sulla sponsorizzazione da parte di Rizoma srl". I guadagni, "quantificati in un paio di milioni a testa, sarebbero stati occultati in società estere create allo scopo".
Della "questione mutuo" Rizzi parlò alla fidanzata in una telefonata dell’8 agosto 2015, con la sua compagna Lorena Lidia Pagani, come si evince in un’intercettazione telefonica. Anche lei è stata arrestata perché ritenuta coinvolta nell’associazione a delinquere. "La donna - sintetizza il gip - chiede a Rizzi quale sia, allo stato attuale, il suo stipendio e Rizzi risponde che percepisce circa 8.000 euro e specifica che di questi ne versa 1.500 alla Lega Nord e 5.000 di mutuo. Pagani si propone di aiutare Rizzi a pagare il mutuo e lui dice che è in attesa che arrivi qualche affare societario. Dall’ospedale brasiliano - spiega Rizzi - potrebbero venir fuori un paio di milioni a testa. Ne basterebbe uno...- ribatte la compagna - No? Facciamo uno... anche mezzo basta! Non ti risolve la vita ma ti alleggerisce tutto. Anche mezzo milione di euro basterebbe. E poi altri affari?. Una compravendita di zucchero per la Russia... quello lì potrebbe essere una milionata da dividere in tre". "Beh sputaci sopra - commenta lei - sono 300mila a testa... E già con quei due, col mezzo più trecento sei a posto. Giusto? No, non dico che copri tutto il mutuo, però una parte sì. Il piccolo lo riesci a estinguere".
Sempre dalle indagini si apprende che gli incontri per decidere sugli appalti sarebbero avvenuti vicino al Consiglio regionale. Mario Longo e l’imprenditrice del settore sanitario Maria Paola Canegrati, anche lei arrestata ieri, si incontravano "frequentemente nel bar Colonna d’Oro, vicino alla sede del Consiglio regionale lombardo per discutere (spesso passeggiando intorno all’isolato allo scopo di non potere essere intercettati) dei comuni interessi in materia di appalti pubblici". Le indagini, si legge negli atti, "hanno permesso di accertare come sussistano rapporti altamente confidenziali tra Longo e Canegrati, risalenti quantomeno al 2012, anno di costituzione della Sytcenter srl (...) della quale risulta amministratore (oltre a essere socio occulto) unitamente a Canegrati". L’uomo dello staff di Rizzi, secondo i magistrati di Monza, risulta "essere in grado di pilotare gli appalti in favore di Canegrati da cui, in cambio, riceve lauti compensi sotto svariate forme". Nelle annotazioni degli investigatori, ad esempio, viene poi riportato che il 9 aprile 2014 "Longo e la Canegrati si accordavano per vedersi per reciproci aggiornamenti, l’11 aprile i due fissavano la data dell’incontro e il 16 aprile si vedevano effettivamente al bar antistante il Pirellone "per pianificare come artefare la gara d’appalto e poter veicolare l’aggiudicazione del nuovo centro di Baggio e al contempo il rinnovo del servizio presso gli altri centri".
L'opposizione: mozione di sfiducia a Maroni
I gruppi regionali lombardi di Pd e Patto civico hanno annunciato una mozione di sfiducia al presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. La decisione è stata assunta dopo aver ascoltato le parole del governatore in merito alla vicenda dell'arresto di Fabio Rizzi, presidente della commissione Sanità. "La mozione è pronta. Contiamo di depositarla se non stasera, al massimo entro la mattinata di domani. Immaginiamo che venga posta all'attenzione del Consiglio regionale nella prossima seduta", fra 13 giorni, ha spiegato il capogruppo del Pd, Enrico Brambilla. "È nostra intenzione in giornata - ha aggiunto - sottoporre la mozione al M5S, che non ha i numeri per presentarla da solo. Abbiamo chiesto che non ci siano sedute né gruppi di lavoro della commissione Sanità. Lo abbiamo chiesto visto che non c'è il presidente (Fabio Rizzi, ndr). Maroni - ha commentato Brambilla - non può limitarsi a scaricare l'ex amico, ha delle fortissime responsabilità politiche non solo per averlo scelto, ma anche per averne coperto e pubblicizzato alcune attività, senza rendersi conto di quello che è successo, ovvero che nel settore dell'odontoiatria ospedaliera la Lega avesse costruito uno dei suoi principali feudi con un sistema ramificato di interessi personali".
La Lega: il Pd non chiese dimissioni a Sala
Il segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, commenta l’annuncio della mozione di sfiducia a Maroni: "Dal centrosinistra oggi invocano le dimissioni e presentano mozioni di sfiducia, che peraltro servono solo a rafforzare la nostra maggioranza, ma quando nei mesi precedenti all’Expo sono finiti in manette collaboratori strettissimi di Giuseppe Sala dal Pd nessuno ne ha chiesto le dimissioni e anzi lo hanno sempre protetto e coccolato per poi candidarlo sindaco a Milano. Come Lega Nord - continua Grimoldi in una nota - confermiamo la nostra linea: se qualcuno sbaglia deve pagare. E personalmente concordo pienamente con Maroni, che si è detto stupito e incazzato per questa vicenda, ma ancora più motivato a continuare il suo lavoro". "Personalmente - conclude Girmoldi -, sono a mia volta stupito e incazzato per le strumentalizzazioni politiche fatte dal Pd, che ancora una volta dimostra il suo eterno atteggiamento da due pesi e due misure".
Maroni: farò prevalere la sanità buona
"Questa è la buona sanità di Regione Lombardia, che farò prevalere con l'aiuto degli onesti", ha scrive il governatore Roberto Maroni sul proprio account Twitter, allegando due articoli del Cittadino di Lodi ("Ospedali, ricoveri in calo.
Pazienti negli ambulatori") e dell''Eco di Bergamo ("La nuova sanità, al centro il dialogo con il territorio"), in edicola oggi - in cui si evidenzia l'importanza del dialogo nella promozione e attuazione dell'evoluzione del sistema socio-sanitario lombardo, riferisce una nota da Palazzo Lombardia.
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